Spari al Bosco di Mestre: «Controllori dimezzati»

Il personale dell'ex Provincia che fa le verifiche sui cacciatori ridotto da 50 a 24 agenti e senza certezze per il futuro per la querelle Regione-governo. La Cgil avverte: stipendi e funzioni a rischio
FG CACCIATORI NEI CAMPI - FOTO GAVAGNIN
FG CACCIATORI NEI CAMPI - FOTO GAVAGNIN

MESTRE. Polemica sulla caccia vicino al Bosco di Mestre: la questione si complica visto che gli uomini della polizia locale della Città metropolitana (ex provinciale) che vigilano su caccia e pesca in provincia, sono pochi e temono di perdere il posto di lavoro. Da una cinquantina sono scesi a 24 con il passaggio da Provincia a Città metropolitana. Corrono per vigilare l'estesa provincia di Venezia, emettono verbali ma non hanno certezze sul futuro.

Quattromila “no” alla caccia nel Bosco
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Dese, via Altinia/ Veduta della zona dove è stata uccisa una volpe vicino al maneggio di Praello

«L'attività della Polizia locale della Città Metropolitana è stata definita dalla Riforma Delrio tra quelle non fondamentali e quindi a carico del bilancio della Città Metropolitana. Una scelta che ha determinato, in combinato disposto con la legge di bilancio del 2015, una costante riduzione del personale e delle funzioni», ricorda Daniele Giordano della Funzione Pubblica Cgil.

«La Regione ha scelto con una legge di trasferire il personale della polizia provinciale in Regione, con la costituzione del servizio di Vigilanza Regionale. Ma il provvedimento è stato impugnato dal Governo nazionale in quanto non è chiaro con quale ruolo il personale passerà alle dipendenze della Regione».

Giordano continua: «La Regione ha così assicurato sino al 31 dicembre di quest'anno il finanziamento della funzione della Polizia Provinciale alla Città Metropolitana ma rischiamo, se il contenzioso non verrà definito, che non ci siano le risorse per pagare gli stipendi e per permettere alla Polizia Metropolitana di svolgere il proprio ruolo. E va aggiunta la scarsa attenzione della politica ai temi ambientali».

«Bosco di Mestre, fermiamo i cacciatori»

La condizione dei 24 uomini dell'ex polizia provinciale è uno dei motivi dello sciopero di domani del personale città metropolitana: previsti un corteo e un presidio in Prefettura mentre a Ca' Corner si svolge il consiglio metropolitano. «Posso comprendere che il personale viva male questa situazione e si senta demotivato ma non rischiano il posto. Se non passeranno alla Regione, rimarranno alla Città metropolitana ma il contenzioso non dipende da noi», commenta Saverio Centenaro, coordinatore dei delegati metropolitani.

«Riguardo alle polemiche sulla caccia nel Bosco di Mestre, dobbiamo andare al confronto con i cacciatori per invitarli a cacciare altrove. I cittadini ci hanno già informato, con tantissime segnalazioni, dei problemi di convivenza con la caccia».

Quasi cinquemila le doppiette in provincia, tornate a sparare tra le polemiche. E quattromila sono le firme per dire basta agli spari vicino al Bosco di Mestre. I boschi Zaher e Campalto hanno i divieti di caccia ma il Bosco si è esteso tra Favaro, Dese, Campalto. L'ente boschi e grandi parchi si è chiamato fuori e la palla passa alla Città metropolitana e al Comune.

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