Sparatoria al campo nomadi, il tribunale li scarcera
La decisione del Riesame nei confronti dei cinque accusati di tentato omicidio per l’assalto armato, ultimo atto di una faida tra famiglie
Una finestra del campo nomadi bersagliati dai proiettili sparati dal gruppo di fuoco
VENEZIA. L’accusa con la quale erano finiti in cella lo scorso 10 maggio è di quelle pesanti, tentato omicidio. Eppure ieri, per quella stessa contestazione, sono stati scarcerati. Il tribunale del Riesame di Venezia ha accolto infatti le istanze della difesa e ha rimesso in libertà Fabio Major, Luca Major, Alen Gabrielli, Nike Moretti e Tomas Innocenti.
Sono gli uomini che il 17 ottobre scorso, stando alle contestazioni della Procura di Padova, fanno irruzione nel campo nomadi a Pionca di Vigonza ed aprono il fuoco contro le casette e le roulotte. Lì vive la famiglia dei Pavan (c’è anche una minorenne) che rispondono alla sparatoria impugnando a loro volta le armi ed esplodendo alcuni colpi all’indirizzo dell’auto del commando.
Un assalto violentissimo dietro il quale, secondo gli inquirenti, si cela una faida familiare. Tutto sarebbe iniziato tre giorni prima della sparatoria quando, nel campo di Vigonza, si consuma una lite furibonda tra Joy Pavan e la sua compagna. Lei ha iniziato a lavorare, lui non ne vuole sapere. La discussione degenera, si arriva alle mani. E, stando alla ricostruzione degli investigatori, l’uomo colpisce la donna e pure il padre di lei, Fabio Major. Un’aggressione che diventa uno sgarro da lavare con il sangue.
La famiglia Major, che vive nel Trevigiano e nel Veneziano, tra Vedelago, Riese e Pianiga, studia la vendetta e si organizza procurandosi le armi: pistole semiautomatiche calibro 9 e kalashnikov. Non solo: viene rubata anche un’auto, un’Audi S4, vettura potente, adatta alla fuga. I Major - è sempre la ricostruzione della Procura - analizzano il percorso migliore per arrivare al campo dei Pavan.
E qui sarebbe entrato in gioco Alen Gabrielli che è schierato con i Major, ma conosce il territorio dei Pavan in quanto un suo familiare vive dentro l’area.
Arriva il 17 ottobre, l’assalto si consuma alle 23: il commando abbassa i finestrini e apre il fuoco sparando alla cieca contro le casette e le roulotte. I Pavan, che probabilmente si aspettano la reazione, rispondono sparando a loro volta contro l’auto in fuga.
Parte l’inchiesta della Procura, coordinata dal pm Roberto D’Angelo e il 10 maggio scatta il blitz con una vasta operazione di polizia. Gli agenti arrestano il gruppo di italiani sinti contestando il tentato omicidio in concorso, aggravato dall’utilizzo di armi da fuoco. La Squadra mobile di Padova con l’ausilio di quelle di Venezia e di Treviso, esegue le ordinanze nei confronti di Fabio Major, 54 anni residente a Vedelago, Luca Major 46 anni di Vedelago, Alen Gabrielli 40 anni di Riese Pio X, Tomas Innocenti 38 anni di Vedelago e Nike Moretti 41 anni di Pianiga (gli ultimi due erano già in carcere da dicembre per una rapina).
La difesa dei cinque, rappresentata dagli avvocati trevigiani Fabio Crea, Luigi Fadalti e dagli studi Vanzetti e Gentilini, presenta istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame di Venezia. E ieri è arrivato il provvedimento del Riesame che, appunto, ha disposto l’immediata scarcerazione dei cinque (se non detenuti per altra causa). Le motivazioni del tribunale si potranno conoscere soltanto nei prossimi giorni.
Una decisione che richiama quella dello scorso aprile a Treviso quando il giudice scarcerò tutti i 18 appartenenti alla cosiddetta “banda del bancomat”, un sodalizio ritenuto responsabile di 35 colpi ai danni di istituti di credito di mezzo Veneto, per un bottino complessivo di mezzo milione di euro.
Alla base della decisione del magistrato, il parare del tribunale del Riesame di Venezia che aveva evidenziato come il provvedimento di arresto firmato dal magistrato non fosse corretto perchè minato da un vizio procedimentale: mancavano gli interrogatori di garanzia.
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