Spara con il fucile al “Pan e Vin” vigile del fuoco va a processo

L’uomo ha esploso in aria in tutto 12 colpi durante la festa popolare di tre anni fa Sono intervenuti i carabinieri che avevano avvisato gli organizzatori di interrompere la tradizione
DE MARCHI PREGANZIOL PANEVIN AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM
DE MARCHI PREGANZIOL PANEVIN AGENZIA FOTOGRAFICA FOTO FILM

ERACLEA. Già l’anno precedente era accaduto e i carabinieri presenti, alcuni fuori servizio e arrivati alla festa con la famiglia, avevano chiuso un occhio. Però, avevano avvertito: non doveva più succedere perché metteva a rischio l’incolumità dei numerosissimi presenti, fra cui tanti bambini, e in secondo luogo perché quel comportamento la legge non lo permette. Invece, era accaduto ancora una volta, così era partita una segnalazione alla Procura della Repubblica di Venezia. Ieri, a tre anni dai fatti, sul banco degli imputati, davanti al giudice monocratico lagunare Fabio Moretti è comparso il vigile del fuoco in servizio a Venezia ma residente ad Eraclea, Michele Severin, 49 anni: deve rispondere di aver sparato, seppur in aria, con il suo fucile durante il «Pan e Vin» nel giorno dell’Epifania di tre anni fa. Un tempo era una tradizione, almeno in alcune campagne, quella di svuotare i caricatori delle armi, non solo quelle da caccia e tenute solitamente in casa, in aria durante i fuochi dei falò, ma ora le forze dell’ordine sono più attente, soprattutto dopo i gravi incidenti che accadono in particolare durante la notte di San Silvestro.

 Stando alle accuse di cui deve rispondere Severin, che tra l’altro svolge un lavoro che mette quotidianamente l’incolumità dei cittadini al primo posto, si sarebbe presentato al «Pan e Vin» del suo paese imbracciando il fucile a pompa che detiene regolarmente e, quando il fuoco stava bruciando la vecchia ha sparato due serie da sei colpi in aria. In tutto dodici colpi, che naturalmente non sono passati inosservati, nonostante la confusione e le numerose presenze anche perché le esplosioni sono state piuttosto assordanti, vista la potente arma utilizzata. I carabinieri presenti, che già avevano fatto conoscere l’invito a evitare manifestazioni simili, il giorno appresso non hanno potuto che riferire ciò che era accaduto e, essendo Severin persona conosciuta anche per il lavoro che svolge, hanno indicato la sua identità.

La Procura ha così citato a giudizio il vigile del fuoco di Eraclea per «esplosioni pericolose», un reato che il codice penale punisce con un’ammenda nel caso venga compiuto in un luogo privato, cioè in una casa o in uno spazio interno anche se all’aria aperta. Ma l’articolo 703 afferma che se «il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese». Ieri, il giudice veneziano Moretti ha rinviato il procedimento all’udienza dell’11 aprile prossimo e per quel giorno l’imputato, assieme al suo difensore, dovrà decidere se patteggiare una pena pecuniaria in modo da evitare il rischio di una condanna.

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia