Spaccio in parchi e piazze, otto in manette

Decine di chili di droga destinati alle strade e ai parchi di Mestre, Marghera, Miranese e Riviera del Brenta. Con il blitz scattato ieri la squadra Mobile veneziana ha messo fine a un intenso traffico di droga. Nove i destinatati di ordinanza di custodia cautelare, albanesi e tunisini: sei sono finiti in carcere, due ai domiciliari, mentre uno è ricercato perché attualmente si trova all’estero. Altri dieci gli indagati. Le manette sono scattate ai polsi di spacciatori intermedi, tutti con precedenti a carico, cerniera tra i grandi trafficanti e i piccoli spacciatori: una novantina quelli che lavoravano con loro. Gli otto arresti sono stati eseguiti tra Mestre, Mirano, Spinea, Marghera, Quarto d’Altino e Meolo. Marijuana che arrivava dall’albania, cocaina dall’Olanda, e poi eroina e ketamina venduta nei parchi di Mestre. In manette sono finiti Marjo Lici (24), Elton Vokrri (35), Jorgest Vokrri (20), Kujtim Mulgeci (47), Aleks Dokaj (28), Mounir Hamdj (31), Valter Paftali (35), Atef Oussaifi (37).
L’indagine, coordinata dal pm Giovanni Zorzi, inizia nel dicembre del 2014 quando i poliziotti arrestano in flagranza una coppia di cittadini residenti a Zero Branco, per detenzione e spaccio di 200 grammi di cocaina e 40 di marijuana. L’allargamento delle indagini ha permesso di accertare il coinvolgimento di alcuni albanesi che, d’intesa tra loro, compravano settimanalmente diversi chili di eroina, coca e ketamina. Trenta gli episodi di spaccio denunciati. La droga veniva poi ceduta a una fitta rete di spacciatori magrebini, per distribuirla ai consumatori al prezzo di 25 euro per una dose di eroina e di 80 per una dose di cocaina, con guadagni di diverse migliaia di euro a settimana. Droga che veniva venduta in conto vendita: i piccoli spacciatori al dettaglio - i “cavalli”, come vengono chiamati in gergo - avevano un tot di giorni per distribuire le dosi che erano loro state consegnate, e se sgarravano con i tempi erano costretti a pagare una penale che poteva essere anche di 250 euro. Diversi gli episodi nel corso delle indagini, come hanno spiegato il capo della Mobile, Stefano Signoretti, e Elena di Gregorio, a capo della sezione antidroga. Nell’agosto del 2015 uno dei pusher arrestati - Oussaifi Atef, 37 anni, ai domiciliari - era riuscito a fuggire da una volante mentre veniva accompagnato in questura, sul ponte della Libertà. L’uomo aveva tirato il freno a mano e si era gettato dall’auto, buttandosi poi in acqua. Al momento del controllo si trovava con il figlio di 5 anni, che poi era stato preso in consegna dagli agenti della questura.
Dopo quella rocambolesca fuga, ieri il 37enne è finito in manette. A Mirano gli agenti hanno perquisito un cittadino albanese non indagato, ma sul quale c’erano dei sospetti, trovandolo con 97 dosi di quella che sembrava cocaina. Le analisi però hanno rivelato che solo 6 erano di cocaina. Quando l’ha saputo l’uomo ci è rimasto male, perché non si era accorto di essere rimasto fregato. Una fregatura che però gli ha evitato l’arresto dal momento che, con sei dosi, è stato solo denunciato. Oltre agli arresti di ieri sono scattate perquisizioni, a Perugia e Ragusa, nei confronti di altrettanti tra cittadini italiani e albanesi che si rifornivano dai veneziani. Nel corso delle indagini erano state già arrestate 12 persone e sequestrate 5 chili, 25 litri di ketamina, 30 chili di marijuana e 1 di eroina.
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