Spaccio a Mestre: ora i clienti arrivano con il monopattino
MESTRE. L’assemblea fondativa del comitato si è tenuta il 22 settembre, in pieno clima di attesa dei risultati elettorali, sotto i portici di via Dante, tra sedie e mascherine. Utilizzeranno l’arma degli esposti i residenti delle vie Ariosto, Petrarca, Fusinato e Dante, che denunciano una situazione ormai quasi insostenibile con cui convivere.
Riecco gli esposti
«Tutta colpa dello spaccio sfacciato, alla luce del sole, sotto le finestre delle nostre case. Certe cose non le avevamo mai viste. E c’è chi ha paura». Furti, vandalismi e soprattutto spaccio, il tutto parzialmente favorito, dicono i residenti, «dalla mancanza di chiusura dell’area riservata solo formalmente ai frontisti ma di fatto usata come parcheggio da chiunque».
Perché questa zona di Mestre, tra via Cappuccina e via Piave, dove insistono le case dei ferrovieri degli anni Venti (vincolate dal nuovo Ptrc) sono zona di caccia: senza strisce blu qui un parcheggio è ambito perché gratuito. E nel via vai di auto si mescolano pusher e tossicodipendenti.
L’arresto
Giovedì pomeriggio qui c’è stato un arresto. Verso le 15 agenti del Nucleo di Pronto Impiego hanno riconosciuto un noto pusher della zona che stava urinando contro un muro vicino all’incrocio con via Dante. Fermato dagli agenti, è stato identificato e perquisito. In un borsello l’uomo, un 24enne con precedenti per lesioni personali, teneva della droga; altra era nascosta nel risvolto dei pantaloni che indossava. In tutto sette dosi di cocaina e una di eroina, pronte per lo spaccio.
L’uomo è stato arrestato. Ieri mattina l’udienza di convalida conclusasi con una condanna a 9 mesi di reclusione e 1. 500 euro di multa, con pena sospesa e remissione in libertà. Gli è stata inflitta anche una multa da oltre 3 mila euro per atti contrari alla pubblica decenza e gli è stato inflitto un daspo urbano con altri 100 euro di multa da pagare.
I cittadini raccontano
«I clienti arrivano anche con il monopattino», dicono i residenti, che la prossima settimana invieranno il primo esposto in Questura. «I pusher si fermano, parlano e scambiano soldi con droga. In mezzo alla strada». E sono aumentati i piccoli furti: auto forzate per rubare qualcosa da rivendere; vetri rotti. «Già tre in un mese».
Ad una residente «hanno anche rubato i calzini stesi al sole». Arrivano pusher e clienti ma anche tossicodipendenti che vivono in strada. «Non possiamo essere noi residenti a risolvere la cosa, né vogliamo giocare a fare i vigilantes, ma, con l’istituzione di un comitato, possiamo sensibilizzare, con gli strumenti che abbiamo, le amministrazioni locali e le forze di pubblica sicurezza.
Il comitato vuole essere anche un “luogo” di scambio di idee e opinioni utili per tenere vivo questo quartiere, non limitandosi alle lamentele ma organizzando anche iniziative per poter vivere lo spazio comune in modo diverso», dicono dal gruppo. «E gradiremmo vedere operatori sociali, che possono aiutare chi dipende dall’eroina. Spesso sono casi sanitari e non veri delinquenti», ci viene spiegato.
Ma la paura aumenta. Perché in strada si vedono anche le siringhe insanguinate, buttate lungo i marciapiedi.
Protesta e proposta
Durante la quarantena, ricorda Roberto Cargnelli, operatore culturale che vive qui da trent’anni e che è tra gli ideatori, la paura del Covid-19 i residenti l’hanno combattuta con il cinema all’aperto proiettato nella piazzetta. E il gruppo che ha preso il nome di “Viva Petrosto” (giocando con i nomi delle vie), intende proseguire: il 6 ottobre si darà vita ad aperitivo di vicinato con la proiezione di uno street movie. A fine ottobre ci sarà una castagnata in strada, l’11 novembre si festeggerà San Martino. Per riprendersi il quartiere. —
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