Spacciava soldi falsi, arrestato l'avvocato Ceccato

Il legale trovato con 1300 euro fasulli a Cortina, ora è rinchiuso in carcere. I carabinieri hanno perquisito il suo studio a Spinea per tutta la notte. Penalista conosciutissimo, era stato candidato sindaco del centrodestra a Mirano

PADOVA. Avvocato affermato, ha difeso anche l’ex presidente della Provincia Francesca Zaccariotto e rappresentato il Comune di San Donà di Piave; giudice di pace a Padova da più di dieci anni e autore di sentenze più volte riportate dai quotidiani; ha sfiorato anche la poltrona di sindaco nel suo paese d’origine, Mirano, perdendo la sfida nel 1998 con l’esponente di centro sinistra, lui stava con Forza Italia. 

Ora, da due giorni, è rinchiuso in una cella del carcere bellunese di Baldenich di Belluno con l’accusa di «spendita di monete false», un reato che può costargli anche sei anni di pena.

«Non sapevo che erano false», avrebbe detto ai carabinieri che lo hanno bloccato fuori di un bar di Valle di Cadore, dove aveva pagato il cappuccino con 50 euro fasulle. Il 63enne avvocato Florindo Ceccato, studio in via Roma a Spinea e casa a Mirano, sarà interrogato domani dal giudice di Belluno che dovrà valutare le prove raccolte nei suoi confronti dai carabinieri coordinati dal procuratore bellunese Francesco Saverio Pavone, e se concedergli gli arresti domiciliari, visto che quasi sicuramente il difensore e amico avvocato Andrea Faraon, anche lui di Spinea, chiederà di farlo uscire dalla cella in cui si trova rinchiuso. Anche perché Ceccato sembra intenzionato a cambiare linea difensiva: non fingerà più di non sapere che quelle banconote sono state stampate da una tipografia clandestina e potrebbe fornire anche il nome di chi lo ha rifornito. Negare ancora sarebbe decisamente suicida: nascoste sotto il tappetino della sua auto, dove normalmente non si tiene il denaro, i carabinieri hanno trovato 24 banconote false da 50 euro, altre tre le aveva infilate nel portafoglio, ma il malloppo più consistente lo hanno scoperto in un armadio dello studio di Spinea.

I carabinieri e il procuratore Pavone - se le forze dell’ordine devono perquisire un legale è necessaria la presenza del procuratore o di un suo sostituto per la delicatezza dei documenti che si trovano da un difensore - hanno trovato, divisi in due mazzette, altre 209 banconote da 50 (in tutto undicimila e 650 euro, undicimila e 800 se si aggiungono le tre che ha piazzato in Cadore). Nei cassetti dei locali di via Roma c’erano anche centinaia di marche da bollo per un valore di milioni di lire, sì perché risalivano a prima del 2001, quando è entrato in vigore l’euro, e anche alcuni timbri che avrebbero dovuto stare nella cancelleria di un Tribunale piuttosto che nello studio di un avvocato. Da qualche settimana ai carabinieri di Cortina erano arrivate segnalazioni su un uomo, accompagnato da una donna (si trattava della sua segretaria di studio, di origine ucraina, che è stata denunciata in concorso per lo stesso reato a piede libero), che piazzava banconote false. La prima l’aveva spesa a Rocca Pietore a metà agosto, presso il negozio di alimentari, ma il titolare se n’era accorto subito e lo aveva rincorso e raggiunto prima che salisse in auto.

Era riuscito a farsi dare un 50 autentico e lui si era scusato. Una seconda segnalazione, poi, era arrivata da Cencenighe. Gli investigatori dell’Arma avevano allertato le loro antenne e, soprattutto grazie alla descrizione dell’alimentarista e alle telecamere, avevano già un sospettato. Quella macchina, venerdì scorso, era stata segnalata in arrivo a Valle di Cadore e un’auto civetta con due carabinieri del Nucleo operativo a bordo l’ha seguita.

Arrivato di fronte al bar «La Stua» si è fermato ed è entrato per la colazione, cappuccino e brioche, ha pagato con la banconota falsa. I militari si sono precipitati all’interno del locale, hanno letteralmente strappato di mano alla cassiera per controllare e hanno capito che era fasulla. Si sono precipitati fuori e hanno bloccato l’avvocato Ceccato e la sue segretaria. Un’azione talmente rapida che la titolare del bar, inizialmente, ha ritenuto che non si fosse trattato di un carabiniere, ma di un truffatore che con la scusa degli accertamenti di polizia le aveva rubato i soldi. Anche sulla base delle indicazioni che l’avvocato darà agli inquirenti, le indagini proseguiranno per stabilire chi gli ha fornito migliaia di euro falsi, ma la Procura di Belluno dopo l’interrogatorio di domani dovrà spogliarsi dell’inchiesta e mandare il fascicolo a Trento, visto che Ceccato svolge il ruolo di giudice, anche se onorario, in Veneto e i magistrati veneti vanno indagati e giudicati in Trentino.

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