Spacciatore collabora e fa smantellare la banda
È stato condannato a tre anni e 8 mesi di carcere Ahmed Skhairi, 49 enne, marocchino residente a Fossò, uno dei 49 imputati per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Era stato arrestato nel giugno del 2013 grazie a una complessa operazione della Procura della Repubblica di Padova. Skhairi era parte di un’organizzazione internazionale potentissima, in grado di far arrivare nelle nostre città 50 chili di droga a settimana e di essere insospettabili, integrati nel tessuto sociale di Riviera e Piovese, padri di famiglia, lavoratori e, alcuni, residenti anche nei complessi di edilizia popolare.
All’uomo, nello specifico, sono stati contestati 14 episodi di cessione di stupefacente da 3 ai 22 chilogrammi. Ma è proprio grazie alla collaborazione di Ahmed Skhairi, difeso dall’avvocato Pascale De Falco di Camponogara, e alle precise indagini del pm di Padova, Benedetto Roberti, che l’intera organizzazione è stata smantellata definitivamente.
A determinare la lievità della pena emessa dal Gup del Tribunale di Padova, Margherita Brunello, sono state le precise indicazioni che il marocchino ha fornito. Gli altri 48 imputati, infatti, sono stati tutti rinviati a giudizio con rito ordinario o abbreviato, ma con richieste di pena che partiranno da un minimo di 8 anni di reclusione. Gli arresti a cui si arrivò nel giugno del 2013 erano il frutto di più di tre anni di indagini, 300 telefoni erano stati intercettati, 400 mila conversazioni, pedinamenti e riscontri tecnici. Ma facciamo un passo indietro.
Tutto era partito quando nel 2009 venne arrestato a Piove di Sacco Salim Boutayeb, 34 anni, marocchino, magazziniere in una ditta di Limena, sposato e padre di due figli. Dentro la sua camera da letto c’erano 21 tavolette di hashish. A quel punto, dopo il suo arresto, partirono gli accertamenti fatti dagli uomini della squadra mobile di Padova, e che sono stati coordinati da Marco Calì.
Si riuscì così a smantellare l’attività del gruppo di trafficanti marocchini che importavano la droga dal Marocco, attraverso Spagna e Francia. Trafficanti di hashish che giungeva nelle piazze del nord Italia e in grado di fruttare centinaia di migliaia di euro a settimana. Il denaro veniva spedito in Marocco nei villaggi del Rif. A dare il colpo di grazia finale, all’organizzazione magrebina è stata in questi ultimi due anni la fattiva collaborazione di Skhairi che ottenne proprio due anni fa la misura degli arresti domiciliari.
Alessandro Abbadir
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