«Sottratti 40 milioni alla Nuova Pansac»

Le contestazioni del pm: «Fabrizio Lori ha gestito l’azienda come fosse tutt’uno con il suo patrimonio personale»
Di Giorgio Cecchetti

MIRA. «Fabrizio Lori ha gestito la Nuova Pansac, in tutto l’arco di tempo in cui è stato amministratore delegato dell’azienda di famiglia, come se fosse un tutt’uno con il suo patrimonio personale, utilizzando i fondi della società per scopi che nulla avevano a che fare con l’attività sociale o con l’interesse della società medesima».

È una delle frasi che si leggono sull’ordinanza di custodia cautelare per bancarotta fraudolenta a carico dell’imprenditore mantovano d’origine, ma che a Venezia e Mira era di casa. Ordinanza firmata dal giudice milanese Alessandra Clemente, che ha delegato un collega di Mantova a interrogare l’arrestato, visto che si trova in una cella del carcere della città dei Gonzaga, interrogatorio che dovrebbe svolgersi domani.

Stando ai conti che il commissario giudiziale della Pansac, l’avvocato veneziano Marco Cappelletto, da un lato e il curatore fallimentare del Mantova Calcio, il commercialista mantovano Dino Piccagli, dall’altro hanno fatto e comunicato al pubblico ministero di Milano Isidoro Palma, sono quasi 40 i milioni che Lori avrebbe sottratto dalle casse della Pansac per riversarli in quelle della società di calcio che aveva acquisito nel 2004 e nel suo portafoglio personale e in quello della madre.

Tutto questo mentre i 700 dipendenti delle sue aziende prima sono finiti in cassa integrazione, poi sono stati licenziati, nonostante la Pansac fosse leader nella produzione di sacchi, sacchetti e altro. «Il commissario (l’avvocato Cappelletto per la Pansac: ndr) evidenzia spese inerenti alla conduzione dell’impresa che hanno drenato liquidità e risorse della società in pregiudizio all’attività industriale e al suo regolare finanziamento» scrive il magistrato milanese. E ancora: «L’operazione Mantova Calcio è certamente quella più significativa per il depauperamento delle casse sociali della Nuova Pansac». E cita i rendiconto: dal 2005 al 2010 sono ben 17 milioni e 963 mila gli euro trasferiti dall’azienda alla società calcistica, ai quali vanno aggiunti altri tre milioni e 356 mila euro per sponsorizzare la stessa squadra, che dalla serie B è poi finita a militare in C1.

«Oltre all’interesse nella squadra locale, che è costata un notevole dispendio di risorse alla società, Lori non ha avuto alcuno scrupolo a porre a carico della società spese ingenti per garantirsi un tenore di vita elevato» si legge ancora nell’ordinanza. Ecco allora la casa signorile a Mantova acquistata per 3 milioni e 830 mila euro e ristrutturata con un altro milione e 400 mila euro; 2 milioni e 800 mila euro per l’elicottero (quello usato anche per atterrare in spiaggia al Lido); i 231 mila euro per il fuoribordo viola usato per le pazze corse in Adriatico; le migliaia di euro per i taxi pagati alla madre e per i soggiorni in Sardegna (40 mila euro). «L’abitudine inveterata di Lori a utilizzare i fondi della società per scopi personali e familiari non è cessata neppure con la situazione di crisi ormai esplosa» conclude il magistrato nell’ordinanza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

LEGGI L’ARTICOLO

E COMMENTA

WWW.NUOVAVENEZIA.IT

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia