«Sottopasso, transazione svantaggiosa»

Dossier del M5S inviato a Procura, Anac e Corte dei Conti sull’accordo del 2016 che ha chiuso la causa su via Bacchion
Lavori stradali nel sottopassaggio che attraversa il Terraglio
Lavori stradali nel sottopassaggio che attraversa il Terraglio

MESTRE. L’opposizione in consiglio comunale a Venezia ora si fa, anche, a colpi di esposti alla magistratura. Ieri Davide Scano, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, ha reso noto di aver inviato un esposto alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e all’Anac, autorità anticorruzione, per far chiarezza sull’accordo transattivo che ha chiuso il contenzioso tra Comune, impresa e progettisti del sottopasso di via Bacchion, tra Terraglio e Aev Auchan.

Come noto, il sottopasso concluso nel 2007, dal 2008 ha evidenziato problemi di infiltrazioni d’acqua e nel 2013 la giunta comunale di Giorgio Orsoni presentò un ricorso al Tribunale per un accertamento tecnico preventivo sui lavori. Il consulente tecnico di ufficio, ricostruisce Scano, «accertata l’esistenza delle infiltrazioni, ha quantificato la somma necessaria per eliminarle in 1 milione e 427 mila euro. Conseguentemente era stata proposta una azione civile per l’eliminazione dei difetti riscontrati e di risarcimento del danno, nei confronti dell’azienda costruttrice, la Icop Spa, e dei due progettisti, gli ingegneri Flavio Zanchettin e Gianfranco Baldan». Nel settembre 2016, la nuova amministrazione comunale di Luigi Brugnaro ha scelto di chiudere il contenzioso con una transazione, che agli occhi di Scano, a quasi due anni di distanza, appare «particolarmente svantaggiosa per l’interesse pubblico». L’accordo prevedeva infatti «lavori riparatori per un importo di soli 307 mila e 832 euro». La delibera che approva la transazione è di settembre 2016, quasi due anni fa. Alla seduta di giunta non parteciparono il sindaco e l’allora assessore Guzzon. Perché se ne parla ora?

Scano ha cercato di avere lumi sulla vicenda con una formale istanza di accesso agli atti in Comune e Avvocature civica, e «la risposta fornita dagli uffici, oltre che tardiva, è stata negativa». Il consigliere spiega: «Fare interrogazioni è diventato inutile, rispondono sempre che “va tutto bene”. E allora non resta che rivolgersi alla magistratura», dice il consigliere di opposizione, confermando una linea di esposti già avviata dal gruppo misto di Scarpa e Serena. Per i 5 stelle siamo al sesto esposto.



Il dossier di 24 pagine di Scano chiede ai giudici anche di valutare il fatto che uno dei progettisti, Zanchettin, nell’ottobre 2015 è stato designato dal sindaco amministratore unico di Pmv. Oggi la società del gruppo Avm è sciolta, e Zanchettin è consigliere di Avm, ma secondo Scano quella nomina di fiducia era viziata da «possibile causa di incompatibilità», visto che il professionista era in causa con il Comune. Ma la contestazione è soprattutto per la transazione di una causa «senza reale rischio di prescrizione» e che evidenziava vizi «imputabili essenzialmente a scelte progettuali» come la mancanza di impermeabilizzazione dei diaframmi e della soletta, «senza quantificare i disagi patiti dall’amministrazione e dalla città» (per anni il sottopasso è stato percorribile su una sola corsia per senso di marcia). Transazione che non è arrivata al 50% della pretesa del Comune, ma bensì «al 21,6% di quanto preteso dal Comune» con «un indubbio vantaggio economico per i progettisti su cui gravava, secondo perizia, quasi tutto il danno stimato». La Icop aveva a carico poco più di 6 mila euro («pagati subito», ricorda Scano) mentre i professionisti «hanno versato solo 8.479 euro per i nuovi lavori più 55 mila euro rimborsati dalle assicurazioni». Zanchettin ha partecipato anche «alla spesa, con le assicurazioni, per il Ctu per altre 3.172 euro». Il Comune ha rinunciato a ogni contestazione «passata, presente e futura» sui diaframmi e si è accollato «le spese di collaudo».

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