Sottopasso “bagnato”, si va in causa

Terraglio: il Comune chiede un milione e 700 mila euro a costruttori e progettisti

Il lungo contenzioso sulle infiltrazioni d’acqua nel sottopasso del Terraglio, quello che passa sotto la statale per Treviso, collegando la rotatoria verso la tangenziale con l’area dei centri commerciali dell’Aev Terraglio, finisce definitivamente in tribunale.

La giunta Orsoni, su proposta del sindaco e dell’assessore ai Lavori pubblici, ha approvato una delibera che autorizza l’Avvocatura civica a promuovere una casa giudiziale di accertamento delle cause delle infiltrazioni che da mesi rendono il sottopasso percorribile solo su una corsia in direzione della tangenziale. L’obiettivo dell’azione legale è quella di ottenere davanti al tribunale civile un risarcimento del danno che viene quantificato in un milione e 691 mila euro.

Il sottopasso, i cui lavori sono iniziati nel marzo 2005 e sono stati affidati alla impresa Icop Spa, è stato collaudato nel 2007 ma già nei primi mesi del 2008 si sono formate le prime infiltrazioni d’acqua. La vicenda è andata avanti fino al 2012 quando Veritas ha chiesto alla Direzione Progettazione ed esecuzione lavori del Comune un intervento urgente nel sottopasso perché si formava acqua sul fondo anche se non pioveva. Il sospetto è stato da subito che la causa del danno sia «una cattiva esecuzione dei lavori», si legge nella delibera. L’Avvocatura civica è già intervenuta presso il tribunale con la richiesta di un accertamento tecnico preventivo e il consulente tecnico d’ufficio, nella sua relazione, ha analizzato le infiltrazioni e la struttura del sottopasso arrivando ad una serie di conclusioni: la mancanza di un adeguato sistema di impermeabilizzazione dei diaframmi e ancora la mancata impermeabilizzazione delle solette sarebbero riconducibili «a scelte progettuali». La mancata sigillatura del collegamento tra vasca di raccolta e collettore viene invece imputata «a cattiva esecuzione da parte dell’impresa.

E così, dopo l’analisi del danno economico, il Comune ha scelto la via della causa civile che riguarda non solo l’impresa ma anche i progettisti originari, gli ingegneri Zanchettin e Baldan e il progettista della variante, leggi l’ingegner Alessandrini. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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