Molesta sedicenne poi aggredisce un suo amico
La vittima del pestaggio è un trentenne di Abano terme, si trovava in un locale sul lungomare di Sottomarina con la ragazza e altre due persone. Ha patteggiato tre mesi poi convertiti in 180 ore di lavori di pubblica utilità. I due complici rinviati a giudizio
È il 21 maggio 2023. Una coppia e quattro amici, tutti padovani, si recano a Sottomarina e decidono di entrare in un locale, con libero accesso nel tratto di spiaggia chiamato Le Tegnùe, per mangiare qualcosa.
Tra loro c’è una sedicenne, sorella di uno dei presenti. Il gruppo sta tranquillamente seduto intorno a un tavolo, evitando la confusione, quando improvvisamente un giovane si avvicina alla ragazzina, si struscia addosso e poi la tocca sul sedere.
Immediata la reazione da parte dell’imbarazzata sedicenne che, spaventata, urla di non toccarla. Subitanea la reazione in sua difesa pure degli amici e del fratello tanto che, forse per dispetto, il “colpevole” le versa addosso il drink che aveva in mano. È solo l’inizio di una brutta storia destinata a finire in tribunale.
Già, perché quel ragazzo decide di andarsene, salvo rientrare nel locale mezz’ora più tardi spalleggiato da alcuni amici che si dirigono verso il gruppo e poi si avventano su uno di loro, C.Z., 30enne di Abano Terme, colpendolo con calci e pugni nonostante sia finito a terra. Il risultato? Lesioni guaribili in oltre 40 giorni.
A oltre un anno e mezzo dall’episodio, il veneziano Pietro Lanzilao, 24enne di Chioggia, ha patteggiato tre mesi di carcere, pena convertita in 90 giorni di lavoro di pubblica utilità pari a 180 ore da svolgere in qualche ente (al massimo 15 ore settimanali ma non meno di sei), con l’obbligo di restare in Veneto, di non detenere armi o munizioni, di non frequentare pregiudicati o soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà.
Al ragazzo, che ha già risarcito la vittima, è stato anche sequestrato il passaporto; in caso di violazione di quanto previsto in sentenza, la pena sostitutiva potrebbe essere revocata. Lanzilao era stato individuato come uno degli aggressori (secondo la denuncia firmata da C.Z. sarebbe stato il giovane che aveva molestato la sedicenne). Con lui sono stati identificati altri due aggressori (al momento presunti).
Aggressori che hanno scelto di affrontare il processo e sono stati spediti a giudizio davanti al giudice monocratico di Venezia, Elisa Bianchi, il 20 marzo prossimo: si tratta di Marco Doria e Gimmy Manari. Anche loro – al pari di Lanzilao – dovranno rispondere di concorso in lesioni volontarie aggravate dai futili motivi.
È pronto a costituirsi parte civile l’avvocato Pierilario Troccolo che assiste la vittima aponense. C’era pure un quarto indagato, amico di Lanzilao che, a detta del gruppo padovano, avrebbe partecipato al pestaggio. Tuttavia la sua posizione è stata archiviata perché due testimoni hanno sostenuto che non avrebbe partecipato all’assalto.
Tornando all’episodio accaduto nel maggio scorso, Lanzilao era stato allontanato dalle bodyguard del locale, oltreché dai padovani, dopo aver infastidito la sedicenne. Bodyguard che erano state di nuovo costrette a intervenire quando il ragazzo aveva aggredito i padovani supportato dagli amici con una furia tale da provocare paura tra altri clienti del locale e una sorta di fuggi-fuggi.
«Avevo intorno otto persone...Tutti ridevano e mi offendevano con insulti di vario tipo» aveva ricordato C.Z. nella denuncia, «o incitavano gli altri a colpirmi per farmi ancora più male».
A salvare il padovano erano stati i buttafuori che hanno contribuito all’identificazione degli aggressori: «Io ero sanguinante» aveva ricordato il padovano. «I bodyguard hanno chiamato l’ambulanza e sono stato trasferito al Pronto soccorso di Sottomarina... Avevo tanto dolore e sono stato costretto a cure riabilitative».
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