Sottomarina, lavori in Lungomare, è caos. Residenti e operatori infuriati

Riaperto ieri il cantiere per proseguire con il terzo stralcio dell’opera del megatubo Bellemo (Ascot): «Sarebbe stato opportuno un incontro». Ranieri (Gebis): «Un periodo sbagliato»

SOTTOMARINA. Lavori in Lungomare, caos e proteste. Da ieri mattina sono tornati gli operai e le ruspe sul tratto sud del Lungomare, dalla rotonda del Granso Stanco al campeggio Europa, per proseguire con il terzo stralcio del cantiere del megatubo, opera progettata in accordo di programma per la salvaguardia ambientale del Lusenzo. Il cantiere, che rimarrà aperto fino al primo giugno, con esclusione del weekend, sta creando polemiche per la tempistica, in pieno avvio di stagione turistica. L’intervento in programma consiste nella riasfaltatura della carreggiata est e della pista ciclabile dalla rotonda al camping Europa.

I cambi di viabilità sono stati decisi con l’ordinanza 106 del 17 maggio, i lavori si sono aperti alle 7 di ieri mattina. Da ieri al primo giugno, dalle 7 alle 20, il traffico in entrata da viale Mediterraneo viene deviato in via Cristoforo Colombo e poi in via Pegaso fino alla confluenza con la carreggiata ovest nella cui intersezione è posto un impianto semaforico.

La viabilità in entrata verso il centro di Sottomarina, direzione sud-nord, da via Pegaso prosegue sulla corsia est del Lungomare con rientro nella carreggiata est all’altezza del campeggio Europa. La viabilità in uscita, direzione nord-sud, prosegue normalmente nella corsia ovest fino alla rotonda. Negli orari non di cantiere e nel fine settimana la viabilità torna normale. Per tutta la durata del cantiere sono vietati la sosta e il parcheggio nella carreggiata ovest dal Granso Stanco al campeggio, in entrambi i lati di via Pegaso e in via Colombo, dal Granso all’incrocio con via Pegaso.

«Questi lavori rientrano in quel bel progetto di salvaguardia ambientale del bacino del Lusenzo», commenta il presidente dell’Ascot, Giorgio Bellemo, «di cui nessuno ovviamente mette in discussione l’importanza. Il punto però è che oggi non c’è la salvaguardia per gli operatori turistici che si trovano a lavorare nella zona del cantiere. Credo che, come in passato si è sempre fatto, sarebbe stato opportuno un incontro con gli operatori interessati per concordare le modalità operative con scelte meno invasive. Sono stato sul posto, mi sembra un cantiere molto disordinato, nelle segnalazioni, nella cartellonistica e nelle maestranze. Siamo in una fase di avvio della stagione turistica, credo che non ci si comporti così».

Meno critico Leonardo Ranieri di Gruppo turismo Chioggia e Gebis che invita gli associati a stringere i denti sperando che il cantiere chiuda velocemente. «Certo avremmo preferito che l’intervento fosse fatto prima», spiega, «così come ci era stato promesso a gennaio, ma l’amministrazione comunale ha spiegato che per motivi tecnici non è stato possibile. Ogni anno ci ritroviamo sempre con ruspe e operai in questo periodo. Speriamo che sia l’ultima volta e che si riesca a chiudere in pochi giorni».

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