Sottomarina, in due rapinano il ristorante e uno viene catturato dai titolari
SOTTOMARINA. Uno, Alessandro Boscolo Sesillo, 35 anni, è già in carcere, l’altro ha le ore contate, anche se i carabinieri mantengono il riserbo sulla sua presunta identità, con lo scopo, probabilmente, di recuperare il bottino, tra gli 8 e i 10mila euro, della rapina che i due compari hanno portato a termine, la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, al ristorante «il Gabbiano 2» di viale Trieste.
È stata la reazione dei titolari e del personale del locale a mettere nei pasticci i due ladri, portando alla cattura, quasi immediata, di uno di loro e costringendo l’altro a una fuga precipitosa. Avevano maschere da clown. Uno era rimasto a far da palo all’esterno del locale che a quell’ora, poco prima di mezzanotte, stava per chiudere. L’altro, Boscolo Sesillo, già noto alle forze dell’ordine, era entrato con una pistola giocattolo e aveva ingiunto, puntandola contro il titolare, di consegnare tutti i soldi.
Un ordine pronunciato con accento chioggiotto e poca convinzione, tant’è che il ristoratore si era rifiutato e il ladro, imbarazzato, non sapeva cosa fare. A quel punto è intervenuto il complice, molto più deciso, che ha preso il cassetto del registratore di cassa. Poi i due malviventi hanno cercato di allontanarsi, ma sono stati inseguiti dai titolari, un uomo e una donna, e da sei-sette cuochi e camerieri. Il ladro con i soldi, a piedi, è riuscito a seminare gli inseguitori, l’altro ha preso il motorino (che poi sarebbe risultato rubato) con cui era arrivato insieme al complice. Non è riuscito, però, a metterlo in moto in tempo: è stato raggiunto dagli inseguitori e spintonato fino a cadere a terra, si è rialzato ed è scappato a piedi, mentre gli urlavano dietro "al ladro, al ladro, fermatelo". Un incitamento che è stato raccolto da un passante che gli ha fatto lo sgambetto, permettendo, prima, la sua cattura da parte dei ristoratori e, dopo, l’arresto da parte dei carabinieri giunti sul posto. Ora l’arrestato si trova in carcere a Venezia dove aspetta la convalida dell’arresto (che deve avvenire entro cinque giorni) ed eventuali misure cautelari.
Ma l’attenzione degli inquirenti è tutta concentrata sul complice che ha tenuto con sé il bottino. È molto probabile che la sua identità sia nota e proprio il recupero di quei soldi potrebbe essere la merce di scambio che gli investigatori stanno usando per convincerlo ad ammettere le sue colpe: una restituzione spontanea potrebbe alleggerire molto la su posizione e, del resto, la possibilità che possa godersi il frutto di quella rapina mezza fallita, sembra davvero remota.
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