Sospettata di truffe, le vietano l’uso del computer
FAVARO. Per ora non ha subìto alcuna condanna penale definitiva, ma per gli investigatori della Polizia avrebbe commesso decine di truffe on line, per questo il pubblico ministero di Venezia Walter Ignazitto ha chiesto e ottenuto la sorveglianza speciale per due anni nei confronti della 28enne di Favaro Lucia Melis. Il provvedimento, il primo in Italia di questo tipo, prevede che la giovane donna debba rientrare a casa entro le 20 e non possa uscirne prima delle 7,30; inoltre non può frequentare pregiudicati e deve cercarsi un lavoro onesto. C’è poi la proibizione di utilizzare il computer per visitare «i siti internet per finalità commerciali e, soprattutto, per la pubblicazione di annunci economici». E ancora le viene proibito di utilizzare strumenti di pagamento elettronici, in particolare carte prepagate ricaricabili.
A firmare il provvedimento è stato il presidente del Tribunale lagunare per le misure di prevenzione Angelo Risi.
A proporre la misure per la Melis è stato il questore e nel provvedimento del Tribunale si legge che «l’autorità proponente sottolineava la possibilità di ricondurre la donna tra coloro che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi che vivano abitualmente con i proventi derivanti da attività delittuose. E ancora: «Dalla lettura comparata del profilo personale e di quello patrimoniale della proposta emerge un’operatività delinquenziale protrattasi per anni e basata su truffe seriali, produttive di facili guadagni, spesso commesse tramite i siti informatici o mediante contraffazione di assegni bancari».
A causa di una serie di denunce per truffa tra il 2011 e l’anno successivo, sempre il questore aveva adottato il provvedimento dell’avviso orale, ma nonostante questo «la condotta di vita della donna non subiva alcun mutamento». Tanto che dal 2012 allo scorso anno segnalazione e denunce sul suo conto sarebbero state numerose.
Secondo il presidente Risi «le modalità dei fatti risultavano essere quasi sempre le stesse: la donna prometteva la vendita di un bene (telefonino, ipad, ecc.) mediante un annuncio pubblicato su uno dei siti internet dedicati (ebay, Kijiji); successivamente, concordata la compravendita e ricevuto il prezzo - solitamente tra i 100 e i 300 euro - mediante ricarica postepay effettuata dall’acquirente, la Melis si rendeva irreperibile senza mai operare l’invio e la consegna del bene messo in vendita».
Tra l’altro, avrebbe messo in atto una tentata truffa ai danni della Banca nazionale del Lavoro di Mestre e avrebbe contraffatto bollettini di pagamento di Telecom. Stando all’Agenzia delle entrate, la donna risulta intestataria della società “Scommesse Laguna” con sede in piazzale Zendrini 29, ma ha denunciato entrate nel 2011 per 225 euro, nel 2007 per 386.
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