Sos assistenza a Chioggia bisognosi triplicati in 4 anni

Banco alimentare, Caritas e Servizi sociali assistono quasi 1500 persone A Palazzo Morosini spesa aumentata del 20%, ma l’orario d’apertura si riduce

CHIOGGIA. Triplicate in quattro anni le famiglie assistite dal Banco alimentare. Quasi mille persone a cui si aggiungono altre 300 persone aiutate dalla Caritas diocesana e le 200 famiglie a cui i Servizi sociali del Comune erogano minimo vitale o contributi economici finalizzati. Un quadro preoccupante, che rispecchia la crisi economica del momento e le scarse possibilità occupazionali che la città da sempre offre.

La spesa per il sociale è aumentata del 20%, ma le persone che bussano a palazzo Morosini per chiedere un sussidio o un alloggio pubblico crescono di continuo. Il tema è stato anche oggetto di una recente interrogazione di Io Cambio che punta il dito sulla riduzione del personale e dell’orario di sportello per un settore strategico. Due dipendenti comunali sono stati spostati dal Sociale all’ufficio del Giudice di pace con la conseguenza che l’apertura al pubblico è passata da cinque a due giorni a settimana. «Il settore sociale», sostiene il consigliere di Io Cambio, Massimiliano Malaspina, «non deve considerarsi come mera attività di assegnazione di contributi per sopperire qua e là ai bisogni delle persone. Se così fosse servirebbe solo a creare consenso popolare. Serve invece una programmazione seria anche tenendo conto di alcuni dati. Chioggia ha un indice di vecchiaia del 179.1 (rapporto tra numero di ultrasessantacinquenni e under 14) e un indice di dipendenza strutturale di 51.8 (carico sociale e economico della popolazione non attiva, 0-14 anni e over 65, su quella attiva, 15-65)».

Ma sono altri i dati che creano preoccupazione. Nel 2010 le famiglie assistite dal Banco alimentare erano 103, oggi sono 330 per complessive 900 persone a cui si aggiungono 130 famiglie (340 persone) aiutate dalla Caritas diocesana. Ci sono poi quasi 200 famiglie sostenute dal Sociale con minimi vitali e contributi finalizzati per 40.000 euro al mese. «Con questi numeri», sostiene Malaspina, «come si può depotenziare l’orario di apertura al pubblico?». «Il periodo è critico senza dubbio», ammette l’assessore al sociale, Massimiliano Tiozzo, «per questo l’attenzione è alta e il capitolo per la spesa sociale è aumentato del 20%. Abbiamo ridotto l’orario di sportello, ma non le prestazioni. Il personale che lavora dietro le quinte è rimasto lo stesso e comunque stiamo cercando di recuperare risorse umane per aumentare anche l’orario di sportello».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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