Sorpresi i vicini di casa: «Mai un litigio»

Pochi conoscono la famiglia che vive in via Pescheria. L’uomo conduceva una vita normale

CAVARZERE. Jacupi Quemal risulta sconosciuto alle forze dell'ordine e sconosciuto anche ai vicini di casa. Il cinquantenne albanese che ha cercato, più o meno consapevolmente, di uccidere la moglie a coltellate non si faceva notare, in città, in modo particolare.

L’uomo, aveva un lavoro, una casa, una famiglia e una vita apparentemente normale. «Non frequentavano il nostro locale», riferiscono le due sorelle titolari del bar “La Piazzetta”, posto proprio sotto l'appartamento della famiglia «vedevamo la famiglia andare e venire, ogni tanto, a bordo della loro auto, Mai sentito di litigi».

Un’esistenza “riservata”, quindi, sembra di capire, che non sarebbe neppure tanto insolita per una famiglia di stranieri e che si accompagnava alla totale mancanza di litigi o situazioni allarmanti: i carabinieri non erano mai intervenuti prima, in quell’abitazione, o nei confronti del cinquantenne accoltellatore, per problemi in famiglia o di altro tipo e, dal bar sottostante, nessuno aveva mai sentito rumori strani o inquietanti provenire da lassù. Che cosa sia scoppiato, allora, tra marito e moglie, due sere fa, è un interrogativo a cui potranno rispondere solo i diretti protagonisti. Lei, però, si trova in prognosi riservata e bisognerà attendere almeno qualche giorno perché possa rispondere alle domande. Lui non ha dato spiegazioni al momento dell'arresto e non è detto che riesca a spiegarsi di fronte al giudice.

Di certo, data la gravità del suo comportamento, le porte del carcere, per lui, si apriranno presto. Non prima, comunque, di aver accertato che non possa essere pericoloso per i componenti della sua famiglia. Nel frattempo resta il problema di chi potrà occuparsi dei figli, un maschio e una femmina. I due ragazzi, per il momento, sono stati accolti da parenti, ma la loro situazione è ancora tutta da definire. (d.deg.)

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