Sorpassi e zigzag con il taxi in Canal Grande, a giudizio
VENEZIA. Il padre, di professione tassista, era già finito a giudizio per la cosiddetta “giostra cinese”, ovvero per aver fatto evoluzioni giudicate rischiose per l’incolumità dei passeggeri a bordo. Se l’era cavata con il pagamento di una multa da 183 euro per l’inosservanza delle norme sulla sicurezza della navigazione, restando però imputato davanti al giudice monocratico per l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti.
Ora a processo è finito anche il figlio, pure lui tassista. Il fatto finito al centro del procedimento - ieri l’udienza filtro davanti alla giudice monocratica Claudia Gualtieri - risale al 6 febbraio 2016 lungo il Canal Grande, dove i problemi di traffico acqueo, manovre spericolate e moto ondoso sono all’ordine del giorno. A Gian Marco Scultz, 24 anni di Sant’Elena (avvocato Jacopo Molina), la Procura contesta la violazione dell’articolo 1231 del Codice della navigazione, ovvero l’inosservanza delle norme sulla sicurezza della navigazione. In qualità di comandante del taxi, il 24enne, stando al capo d’imputazione, avrebbe «condotto l’imbarcazione a velocità sostenuta lungo il Canal Grande, in presenza di traffico intenso di gondole e mezzi in servizio pubblico di linea e non, ed effettuava la manovra di sorpasso di un mezzo Alilaguna procedendo alla sinistra del canale. All’altezza della confluenza del rio di San Salvador, completava la manovra virando a destra e tagliando la rotta del mezzo, quindi virava repentinamente a sinistra per evitare un vaporetto della linea 2». Per concludere la manovra, sempre secondo la ricostruzione della Procura, il giovane tassista sarebbe «passato a velocità sostenuta in uno spazio ristretto tra un mezzo Actv della linea 1 fermo all’ormeggio e il vaporetto della linea 2», il tutto senza avvisare con un colpo di clacson i comandanti degli altri natanti presenti sulla scena, in violazione sia del regolamento provinciale per il coordinamento della navigazione della laguna, sia il regolamento di circolazione acquea del Comune.
«È stata una manovra di disimpegno come spesso succede in Canal Grande», chiarisce l’avvocato Jacopo Molina. Nell’udienza di ieri la difesa - presente l’avvocato Paolo Fedeli in sostituzione del collega Molina - ha chiesto di poter accedere all’oblazione, ovvero di estinguere il reato adempiendo a una obbligazione amministrativa di tipo pecuniario. La somma totale che Scultz dovrebbe pagare ammonta a circa 200 euro. Nella prossima udienza, fissata per il 23 maggio, la giudice verificherà l’avvenuto pagamento della sanzione.
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