«Sono veneto, le tasse io non le pago»

Vigonovo. Mescalchin, imprenditore edile, non riconosce lo Stato italiano e dal 2008 non compila dichiarazioni dei redditi
Di Davide Massaro

VIGONOVO. A Maurizio Mescalchin non servono le “provocazioni” del sindaco di Vigonovo Damiano Zecchinato a non pagare le tasse perché lui, 53 anni, sposato, imprenditore edile, le imposte non le paga dal 2008. E non ha intenzione di pagare un centesimo a quella che definisce la “società della Repubblica italiana”.

Si dichiara Veneto e dello Stato italiano non ne vuole più sapere, tanto che all’ingresso della sua abitazione in via Giovanni Pascoli 45 a Galta di Vigonovo, sventola alta la bandiera con il leone di San Marco con la spada e il libro nella mano e un cartello che recita “territorio dello Stato Veneto è vietato l’accesso ai non autorizzati”.

Una dichiarazione di indipendenza che ha costretto la Guardia di Finanza di Mirano ad attendere, in borghese, in una fredda mattina di febbraio il 53enne imprenditore per contestargli l’omessa dichiarazione dei redditi.

Contestazione che però non ha minimamente scalfito la tenacia dell’uomo il quale, a suon di raccomandate, continua a dichiararsi indipendente, uomo libero e in credito (in base al suo tariffario) dalla “società Italia” di ben 529milioni di euro.

Missive che ha spedito al presidente della Repubblica e ai vari istituti preposti con la sua “dichiarazione di riappropriazione della sovranità individuale con rivalsa di danni”. Intanto lui continua a lavorare e a emettere regolare fattura delle attività eseguite applicando l’aliquota iva del 22 per cento ma viaggiando su un furgoncino pignorato da uno dei tanti enti che in questi anni hanno avanzato crediti nei suoi confronti. «Lo Stato italiano», spiega Mescalchin , «è registrato con un numero di conto corrente e pertanto io posso anche non riconoscerlo come società e, soprattutto, non avere rapporti».

Spiega: «In Italia non funziona nulla, i lavori di manutenzione non vengono eseguiti e non c’è nessuna sicurezza per i cittadini. Ho visto troppe persone, troppi imprenditori, morire per colpa dello Stato. Io prima di morire voglio i miei soldi». Prosegue: «Dal 2008 non pago più le tasse e nel 2009 ho comunicato la mia decisione dichiarandomi Veneto e non riconoscendo la società della Repubblica d'Italia ma ricevendo come risposta, dall’Agenzia delle entrate, l’inammissibilità della richiesta. Nel frattempo hanno cominciato ad arrivarmi cartelle esattoriali di Equitalia, dell’Inps, dell’Inail ma ho continuato a dichiararmi indipendente. Prima del 2008 ho sempre pagato tutto ma poi mi sono documentato, ho studiato e ho gli incartamenti che dimostrano che ho ragione». Aggiunge: «Nel 2013 la Guardia di Finanza di Mirano mi è venuta a cercare. Hanno richiesto tutte le fatture dei lavori eseguiti e mi hanno convocato diverse volte in caserma. Io ho dato tempo dieci giorni perché rispondessero alla mia richiesta, come fanno loro con i creditori, ma dall'agosto del 2013 nessuno mi ha risposto».

Conclude: «Non riconosco lo Stato italiano ma se un domani ci fosse l'indipendenza del Veneto mi farebbe piacere contribuire per il mio paese».

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