Sono diversi i tipi di velo islamico legati alla provenienza geografica

JESOLO. Burqa. È così che siamo abituati a chiamare genericamente il velo portato dalle donne islamiche. Genericamente ma soprattutto erroneamente. Sì, perché il tradizionale velo che copre la testa...

JESOLO. Burqa. È così che siamo abituati a chiamare genericamente il velo portato dalle donne islamiche. Genericamente ma soprattutto erroneamente. Sì, perché il tradizionale velo che copre la testa di milioni di donne di religione musulmana non è soltanto il burqa.

La tipologia di velo infatti, oltre a riflettere la cultura islamica, è fortemente legata all’appartenenza geografica della donna.

Il burqa, che copre interamente la figura femminile, volto e occhi compresi, è particolarmente utilizzato in Afghanistan. All’altezza degli occhi generalmente è cucita sul velo una retina, per permettere alla donna di vedere.

Il niqab è invece un velo che copre il volto della donna ma lascia scoperti gli occhi. Ne esistono di due tipi, quello saudita e quello yemenita. Il primo è un copricapo composto da uno, due o tre veli, con una fascia che passando dalla fronte, viene legata dietro alla nuca. Il secondo è composto da due pezzi: un fazzoletto triangolare a coprire la fronte, come una bandana, e un altro rettangolare che copre il viso da sotto gli occhi a sotto il mento.

Il chador infine è il velo maggiomente usato in Iran. È lungo fino ai piedi, generalmente nero, lascia completamente scoperto il viso avvolgendo solo collo e testa. Il corpo è tutto coperto da un mantello nero.

In tutti e tre i casi si tratta comunque di coperture che prevedono non solo che la donna veli il proprio capo (nascondendo fronte, orecchie, nuca e capelli) o viso, ma anche che celi le proprie forme con vestiti lunghi e larghi.

Alice Ferretti

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