«Sono caduto, Vogel era ferito e ansimava»
Per la prima volta dal tragico incidente in cui trovò la morte tre anni fa il turista tedesco Joachim Vogel, il gondoliere Stefano Pizzaggia ha testimoniato in un’aula di Tribunale, raccontando che cosa è accaduto in quella mattinata d’estate. Era lui a condurre la gondola sulla quale c’era la famiglia di Monaco e che è rimasta schiacciata dalla poppa del vaporetto della linea 1. Sul banco degli imputati l’unico che ha scelto il processo, il gondoliere Daniele Forcellini, difeso dall’avvocato Antonio Alessandri: deve rispondere di omicidio colposo, quello del professore tedesco, e lesioni, quelle subite dalla figlia rimasta ferita.
Pizzaggia, incalzato dalle domande del pubblico ministero Roberto Terzo, ha raccontato che quella mattina era in campo della Fava, dove la signora Vogel lo aveva contattato e dove l’intera famiglia è salita sulla sua gondola. Dai canali interni è finito in quello del ponte dell’Ovo, da dove è uscito in Canal Grande. «Ho girato verso il ponte di Rialto e mi sono buttato verso la fondamenta del Vin, a sinistra, e pochi metri prima del pontiletto del Magistrato alle acque ho visto i due vaporetti che scarocciavano per non toccarsi, allora mi sono fermato sul pontiletto per lasciare loro spazio di manovra». «L’1 che arrivava dalla Stazione», ha proseguito il gondoliere, «è venuto verso di me, era quasi di traverso per evitare di scontrarsi con il 2 che si era staccato dall’imbarcadero di Rialto, e mi è venuto addosso con la poppa». «Per la botta io sono caduto sul pontile, poi mi sono alzato e ho visto Vogel ferito, ansimava, era ancora vivo». Poi sono stati chiamati i piloti dei tre vaporetti Actv protagonisti dell’incidente, ma tutti si sono avvalsi della facoltà concesso loro dal codice, quello di tacere, quello di avvalersi della facoltà di non rispondere. I tre dipendenti dell’azienda di trasporti lagunari e il tassista imputati assieme a Forcellini sono usciti dal processo con il rito abbreviato, ma la loro sentenza non è passata in giudicato e quindi possono tacere.
La giudice dell’udienza preliminare Roberta Marchiori aveva condannato a un anno, due mesi e 10 giorni di reclusione Riccardo De Ambrosi, il pilota alla guida del battello che avrebbe innescato la mortale sequenza di manovre dei colleghi; a un anno, un mese e 10 giorni di reclusione Manuel Venerando, al timone del battello di linea 1 che per evitare il vaporetto condotto da De Ambrosi, ha investito la gondola; a sette mesi e 10 giorni di reclusione il terzo pilota Actv coinvolto nella catena, Fabio Zamboni, e il tassista Franco Ambrosi. Nelle motivazioni della sentenza dei quattro la giudice Marchiori aveva scritto che «Fabio Zamboni e Franco Ambrosi hanno fornito un apporto causale più modesto alla sequenza sfociata nell'evento, pur avendo comunque posto in essere (unitamente a Forcellini Daniele) gli antecedenti causali che hanno portato alla collisione». E i consulenti del pm, il comandante Antonio Morisieri e il contrammiraglio Lucio Borniotto, hanno proiettato il video girato dalle telecamere del Comune che hanno ripreso l’incidente. Si vede la gondola di Forcellini che cerca di attraversare il Canal Grande e arrivare in riva del Vin, ma non ci riesce perché c’è in arrivo il vaporetto della linea 2, che per scansarlo si sposta sulla sinistra, togliendo spazio al battello 1 che in arrivo dalla Stazione è costretto a spostarsi sulla destra e finisce con la poppa contro la gondola.
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