Sonino sorride: «Scommessa vinta, la città è all’altezza»

È già tempo di primi bilanci. Il campione di vela raggiante «Un vero successo, ripagati dopo due anni di lavoro»

VENEZIA. Scommessa vinta. Evento «straordinario» che dimostra come Venezia sia adatta per manifestazioni di questo tipo: alta tecnologìa e tradizione del mare. E come siano maturi i tempi per riaprire gli spazi monumentali dell’Arsenale.

Due anni di preparazione, tre mesi di lavoro pancia a terra. Alberto Sonino tira un sospiro di sollievo. Trentacinque anni, campione italiano di vela e amministratore unico di Vento di Venezia, la società nautica dell’isola della Certosa, è stato l’anima della Coppa America in laguna. Sua l’idea di proporre agli americani la tappa veneziana. Alla fine è andata. E adesso, dopo nove giorni di grande spettacolo, si tirano le somme. «Oggi, guardando l’arena del bacino San Marco tra decine di migliaia di persone sulle rive e sulle barche», commenta Sonino, «trovo il senso di due anni di lavoro. Siamo riusciti ad adattare l’organizzazione dell’America’s Cup alle particolarità di Venezia». Un format che si è rivelato perfetto. Con i due campi di regata, in mare e in laguna. Per mostrare la quinta spettacolare di San Marco e San Giorgio, ma anche il campo di regata davanti a San Nicolò e il villaggio nell’Arsenale tornato alla sua antica destinazione. «Un’immagine di Venezia non stereotipata e del tutto compatibile con la vocazione marinara di questa città», dice Sonino, «e anche un messaggio importante per la riqualificazione dell’Arsenale: abbiamo dimostrato come un evento straordinario, oggi sportivo, possa risultare un efficace prototipo per scardinare gli incomprensibili ostacoli amministrativi alla riapertura stabile di questo luogo. Uno spazio per la città, di giorno e di notte. Non mi stupirei se in breve tempo “Incontrarsi alla Tesa 105” diventasse un’espressione comune».

05-_WEBLe riprese mozzafiato del team americano con tre elicotteri, telecamere in barca e sulle rive, hanno dato l’idea dell’alta qualità della manifestazione e del luogo. «Alla fine sono arrivati i complimenti degli americani alla nostra organizzazione», racconta Sonino con un pizzico di orgoglio, «sono rimasti ammirati dall’antico luogo di produzione marinara riempito e risvegliato da un contenuto innovativo e tecnologico con imbarcazioni d’avanguardia, testimonial naturali di sviluppo sostenibile. Adesso occorre insistere e andare avanti. Per dare un senso al lavoro di tutti quelli che hanno collaborato alla riuscita dell’evento: la Marina, la Soprintendenza, il Comune e il Magistrato alle Acque, gli sponsor, il Demanio, le Forze dell’ordine. Grazie a tutti e arrivederci al 2013».

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