"Solo una bronchite". Ma lei muore due ore dopo
Esposto in Procura contro un medico di guardia per la morte di una donna di 58 anni. Il marito della vittima: "Non l'ha neppure visitata"
PORTOGRUARO. Secondo la testimonianza del marito della vittima il medico di guardia sarebbe arrivato a casa loro quasi quattro ore dopo la richiesta di aiuto, ha minimizzato i sintomi della paziente, riconducendoli a una banale bronchite, le ha prescritto un paio di medicinali senza neanche visitarla e se n'è andato.
Ma due ore dopo la donna è morta, a soli 58 anni. Il grave episodio è successo il 27 gennaio 2018 a Teglio Veneto, nel Portogruarese. Ora spetterà alla magistratura valutare gli eventuali profili di responsabilità medica: il marito della vittima, non sapendo capacitarsi del modo in cui è stata affrontata l'emergenza, e non ottenendo risposte, si è rivolto a Studio 3A e giovedì 15 marzo è stato presentato un esposto in Procura.
I fatti. Alle 11 di quel mattino V. D. A. inizia ad accusare problemi respiratori e ad emettere un rumore preoccupante dalla gola. Il marito, R. S. O., 61 anni, sempre più allarmato, chiama il medico di base che però sta seguendo un corso a San Donà e gli consiglia di contattare la guardia medica. Cosa che il coniuge fa subito, richiedendo una visita a domicilio: la paziente, infatti, soffre di obesità e di insufficienza renale, è diabetica, ha da poco subìto un complicato intervento alle vertebre ed è costretta in carrozzina da una parestesia agli arti inferiori. Dunque, è difficilmente trasportabile. E qui inizia la lunga attesa. Il dottore assicura che sarebbe partito subito dalla vicina sede di Portogruaro ma a casa dei due coniugi arriverà solo alle 14.30: quasi quattro ore dopo la richiesta di intervento e dopo diverse altre telefonate di sollecito.
Il sanitario, uno dei liberi professionisti che effettua il servizio di guardia medica e continuità assistenziale per l'Asl 4 del Veneto Orientale, chiede alla cinquantottenne cosa si senta e, sempre secondo il marito della donna, senza neppure visitarla o auscultarle i polmoni, spiega che si tratta solo di una bronchite o di un'influenza e le prescrive due medicinali, del Bentelan e del Mucosolvan.
Il marito della vittima, tuttavia, fa presente al sanitario il delicato quadro clinico della moglie e gli chiede semplicemente di visionare le cure a cui si sottopone e i farmaci che già assume, per evitare interazioni con i medicinali prescritti, nonché i valori del diabete che annota meticolosamente in un libricino. La guardia medica però, secondo la versione del marito, ripete che la signora sta benone e lo esorta a preoccuparsi solo di andare a prendere le medicine ordinate.
Il sessantunenne si reca nella più vicina farmacia per acquistare i medicinali prescritti: sta fuori una mezzora scarsa, ma quando rientra, verso le 17, trova la moglie con le labbra viola e la lingua di fuori, che non respira più. L'uomo, disperato, chiama subito il 118 e, su indicazione dell'operatore, pratica alla consorte il massaggio cardiaco, continuando a premere sul suo petto per 45 interminabili minuti, il tempo che ci impiega l'ambulanza ad arrivare dal Pronto Soccorso di Portogruaro. Ma è tutto inutile: la signora non reagisce e ai sanitari del Suem non resta che constatarne il decesso.
Il primo a essere perplesso sull'accaduto, peraltro, è proprio il medico del 118 intervenuto sul posto, il quale chiama la guardia medica per chiedergli spiegazioni sul suo operato e consiglia al marito della vittima di rivolgersi al Tribunale dei diritti del Malato all'ospedale di Portogruaro per riferire i fatti.
E così il 61enne, attraverso il consulente personale Riccardo Vizzi, ha deciso di affidarsi a Studio 3A ed è stato presentato un esposto diretto alla Procura competente di Pordenone, presso la stazione dei carabinieri di Villanova di Fossalta di Portogruaro.
Nel documento si chiede all'autorità giudiziaria di disporre gli opportuni accertamenti sul caso per verificare eventuali profili di responsabilità penale in capo ai medici che hanno preso in cura la vittima o della struttura ospedaliera di pertinenza, acquisendo: le cartelle cliniche integrali; i tabulati telefonici di quel giorno relativi alle utenze dei coniugi; le registrazioni delle numerose telefonate alla guardia medica e al 118; il registro delle uscite di quel giorno della stessa guardia medica e del 118; le testimonianze dei paramedici e del medico presente in ambulanza che hanno constatato il decesso. Da ultimo si domanda anche una verifica sull'operato del Tribunale del Malato.
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