Solo tredici sindaci alla “cabina di regia”
All’appello hanno risposto solo una dozzina di sindaci, su 48 convocati, ma nonostante la scarsa partecipazione i lavori per la cabina di regia provinciale per la gestione dei migranti hanno comunque impegnato gli uffici della prefettura di Venezia per tutta la mattinata. Iniziato alle 10.30, l’incontro tra Domenico Cuttaia, i primi cittadini, Anci Veneto e gli assessori regionali alla Città Metropolitana e all’Accoglienza è durato più di tre ore, eppure in molti hanno lasciato Ca’ Corner con più dubbi di quanti ne avevano all’arrivo.
«Questa vuole essere una forma di raccordo tra prefettura, Regione ed enti locali», ha spiegato lo stesso Cuttaia, «allo scopo di monitorare costantemente la situazione (sia per quanto riguarda arrivi e disponibilità di accoglienza che per le comunicazioni ministeriali a riguardo) e di stabilire dove possano venire ospitati i profughi. Per quanto mi riguarda se Regioni e Comuni riuscissero a scegliere autonomamente dove inviare queste persone sarebbe una grande agevolazione: la prefettura, d’altronde, è solo un organo esecutivo».
L’obiettivo principale della tavola rotonda resta quello di rendere effettivo il principio di proporzione demografica per l’accoglienza diffusa, che permetterebbe di smistare i profughi nei diversi comuni veneziani a seconda del numero di abitanti di ciascuna città, evitando quindi di gravare eccessivamente su piccole fette del territorio; si tratta di una soluzione che il prefetto cerca di rendere effettiva da ben venti mesi, ma che ancora viene rifiutata da diverse amministrazioni: la dice lunga, a riguardo, l’elenco dei partecipanti all’incontro di ieri, che, con l’eccezione di poche mosche bianche come Quarto d’Altino e Marcon, era popolato solamente dai sindaci che già stanno affrontando l’emergenza, come Chioggia, Eraclea e Cona. Proprio Alberto Panfilio, primo cittadino conense, è stato uno dei più critici all’uscita da Ca’ Corner, definendo l’incontro come una semplice “gita in laguna”: «abbiamo impiegato molto tempo perché ognuno ha detto la sua, ma in tredici non possiamo decidere per quarantaquattro». Anche Giuseppe Casson, sindaco di Chioggia, si è limitato a scrollare le spalle e ha parlato di un nulla di fatto, mentre per l’assessore veneziano Simone Venturini, in prefettura in vece di Luigi Brugnaro, quella di ieri è stata una «riunione di tipo interlocutivo, apprezzabile come qualsiasi tentativo di risolvere il problema, ma perché si vedano veri passi avanti serve anche una maggiore attenzione da parte del governo».
Cautamente ottimista, invece, Maria Rosa Pavanello, presente nel duplice ruolo di presidente di AnciVeneto e sindaco di Mirano: «Intanto il tavolo è stato istituito e a tutti i Comuni verrà inviata la bozza di protocollo d’intesa per aderire al principio demografico; mi auguro ci sia più solidarietà tra le diverse amministrazioni, vista anche la maggior consapevolezza sul tema da parte degli altri stati europei».
Dopo aver parlato con i sindaci Cuttaia ha incontrato anche i responsabili delle cooperative per l’accoglienza e i rappresentanti delle forze dell’ordine, proponendo loro un impiego dei migranti in compiti socialmente utili, ma senza affrontare direttamente la questione delle strutture per l’ospitalità che avrebbero fatto un “passo indietro” ritirando la propria disponibilità: «Il nostro bando ci permette di valutare le diverse offerte», ha ribadito il prefetto, «e ci prenderemo il tempo di verificare ogni dettaglio». Giovedì, sempre a Ca’ Corner, è previsto un secondo incontro, stavolta a livello regionale.
Giacomo Costa
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