Solidarietà dopo il tornado agli esercenti della Riviera

La Confcommercio del Miranese ha aiutato due bar e un albergo a ripartire I racconti di chi ha perso tutto. I soldi raccolti grazie a spettacoli e donazioni
Di Filippo De Gaspari

MIRANO. Prima colpiti dal tornado, poi dalla burocrazia. Tre commercianti di Dolo e Pianiga, che hanno subito la devastazione delle proprie attività, provano a ripartire grazie solo alla beneficenza. L’ultimo contributo, quasi 9 mila euro, è arrivato ieri grazie alla Confcommercio di Mirano, che ha raccolto la somma in tre manifestazioni organizzate dopo il dramma che ha messo in ginocchio la Riviera e al quale hanno contribuito anche alcuni soci.

Ieri mattina, nella sede dell’associazione a Mirano, il presidente di Confcommercio del Miranese Ennio Gallo ha consegnato ad Andrea Bergo, Michela Pegorer e Tania Calzavara un assegno per ricominciare, alla presenza del vicesindaco di Pianiga Federico Calzavara e dell’assessore di Dolo Carlotta Vazzoler. «In un momento in cui era già difficile fare impresa», spiega Gallo, «abbiamo voluto dire a questi tre imprenditori: “Coraggio, ripartite”. È un atto concreto che abbiamo voluto dare senza passare per il grande calderone dei contributi che ancora tutti stanno aspettando».

Dopo sette mesi, negli occhi e nelle parole dei tre imprenditori, spronati, con 8.822 euro, a rialzarsi, c’è ancora la paura di quei momenti e quella, ancor più grave, di non farcela a ricominciare. Bergo, che gestisce la pasticceria “Al bacio” in centro a Cazzago è l’unico dei tre ad aver già riaperto. «Per la verità lo abbiamo fatto già dopo tre giorni», dice, «ma i danni sono ancora da pagare. Il tornado ha distrutto le vetrate, spazzato via il plateatico, abbattuto una parete nei bagni e strappato il condizionatore dal muro. Devastate anche le macchine fuori: c’erano pali conficcati nel parabrezza».

A Michela, dell’hotel Villa Gasparini di Dolo, è andata peggio: «Si sono salvati solo i muri perimetrali e i solai. Sono esplosi i mobili e 54 finestre, le porte non le abbiamo più trovate. Quando sono arrivata in albergo c’erano ancora dieci ospiti feriti all’interno: sono entrata per cercare i morti, per fortuna erano tutti vivi. Restiamo ancora chiusi, ripartire non è facile».

Non lo è neppure per Tania, titolare del bar Miele in località Cesare Musatti: «Era un locale datato, adesso è inagibile e per ricostruirlo ci chiedono di adeguarci a normative impossibili, che prima non ci riguardavano», dice sconsolata, «siamo chiusi, in attesa di risposte, a guardare quello che rimane del nostro bar».

Per tutti e tre, la spinta economica di Confcommercio di certo non basterà, ma aiuta: aiuta soprattutto la forza della solidarietà che c’è dietro. Per raccogliere il contributo sono infatti servite una cena a lume di candela in piazza a Mirano, organizzata da Sale e Pepe, la Notte bianca con l’esibizione di gruppi che hanno rinunciato al loro cachet a favore dei comuni colpiti e un concerto, a fine settembre, sempre in piazza, realizzato grazie a “Oltre Laura”, “80 che spettacolo” e Max dei Fichi d’India.

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