Soldi spariti dai conti «L’istituto non ha colpe»

San Donà. L’ex direttore di Veneto Banca si assume tutte le responsabilità Una quarantina i clienti coinvolti, quasi tutti amici o parenti del dirigente

Conti prosciugati alla Veneto Banca, l'ex direttore si prende tutte le responsabilità. Attraverso i suoi legali, conferma l'estraneità della banca di San Donà, dove allora era direttore, prima dell'avvenuto trasferimento in un altro sportello del Veneziano, quindi dei colleghi. Nessuna precisazione, invece, sulla somma venuta a mancare, e presumibilmente investita dal direttore all'insaputa dei correntisti, quasi tutti di Jesolo, molti dei quali amici o parenti del cinquantenne, anche lui residente a Jesolo.

Verifiche interne avrebbero permesso alla banca di accertare che i correntisti non sapevano di questi investimenti. Potrebbe trattarsi di alcuni milioni, due o forse tre sottratti a una quarantina di correntisti, tra i quali noti professionisti, ma anche impiegati e operai. Nessuno però ha presentato alcuna denuncia.

«A seguito delle notizie apparse in questi giorni», spiegano i legali Chiara Bortoletto e Alessia Cavezzan, «al nostro assistito preme fornire delle precisazioni. Lui manifesta il primario interesse della tutela della posizione della clientela, avendo quest’ultima il diritto di essere tenuta indenne delle conseguenze dannose derivanti dalle irregolarità in corso di accertamento».

Gli avvocati ricostruiscono ora quanto accaduto, anche se molti aspetti non sono ancora stati chiariti, nè la banca ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito. «Preme evidenziare da subito», continuano dallo studio legale in piazza IV Novembre, «la totale estraneità dell’istituto bancario e dei colleghi del nostro cliente. L’istituto bancario, intercettate alcune anomalie attraverso il sistema dei controlli interni, ha coinvolto da subito il dipendente, che ha prestato la massima collaborazione nella ricostruzione dell’accaduto, anche nell’interesse della clientela. Preme evidenziare che i numeri riportati non trovano alcuna aderenza ai dati di fatto, ancorché in corso di esame, avendo avuto quale unico effetto quello di far insorgere nei lettori preoccupazioni e sospetti tanto esagerati e immotivati. Nella necessità di dare esatta dimensione al fenomeno», concludono gli avvocati, si rileva che a oggi non è stata presentata alcuna denuncia, né intrapresa alcuna azione da parte dei clienti. Iniziative che ritarderebbero e renderebbero più difficoltoso il soddisfacimento degli interessi di ciascuna delle persone coinvolte».

Resta il fatto che i soldi sono spariti per davvero e la trasparenza vorrebbe che la cifra fosse quantificata ufficialmente. Le preoccupazioni poi per chi si vede d’improvviso il conto alleggerito sono più che giustificate.

Giovanni Cagnassi

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