Società del Qatar fa causa alla Ligabue

Chiesti due milioni e mezzo per le spese, più il danno di immagine. La difesa: «Non c’entriamo nulla». Oggi l’udienza
Foto Agenzia Candussi/ Morsego/ Marghera, via dell'azoto/ Ligabue Group
Foto Agenzia Candussi/ Morsego/ Marghera, via dell'azoto/ Ligabue Group

VENEZIA. Due milioni e mezzo di risarcimento per le spese “vive” patite, più quanto riterrà il giudice di liquidare per il danno all’immagine: è quanto richiede il potente gruppo economico della famiglia Al Doulaimi, del Quatar, che ha citato davanti al Tribunale civile di Venezia la Ligabue Spa, il gruppo ora diretto da Alex Inti Ligabue - dopo la morte del padre Giancarlo - che da quasi un secolo si occupa di catering e ristorazione offrendo i propri pasti su piattaforme petrolifere, navi, alberghi in ogni parte del mondo. Oggi, negli uffici giudiziari di Rialto, si svolgerà la prima udienza del contenzioso internazionale.

L’avvocato Alessia Benedetta Gelosa - dello Studio legale LegeArtis, d’intesa con lo studio Al Maidoor Advocates - spiega così la decisione di citare a giudizio la società veneziana: «All’inizio del 2002 la Ligabue si è aggiudicata un’importante commessa del valore di oltre 20 milioni di dollari, per la gestione di tutte le attività di catering e alberghiere della piattaforma petrolifera del sito di Al-Khor, di proprietà della società di stato Qatar Liquefied Gas Company», spiega la legale, «secondo la legge del Paese, però, per operare una società straniera deve accordarsi con una del luogo e la Ligabue ha così stretto una joint venture con la società Al Doulaimi, che è un gruppo con molte attività, dal petrolio ai trasporti, ai polimeri, che opera da quasi 30 anni a livello globale e conta oltre 3mila dipendenti». A siglare l’intesa con i soci del Qatar, nel 2003, è la Ligabue Portugal, che - secondo la ricostruzione dei ricorrenti - una società al 100% di Ligabue Italia, avendo come referenti vertici della società italiana.

In Medio Oriente, però, le cose non vanno affatto bene, ci sono ritardi nei pagamenti, penali e, di fatto - sempre secondo i ricorrenti - Ligabue Portugal si defila e viene messa in liquidazione nel 2005, lasciando i soci qatarini nei guai davanti al potente committente di Stato, a fronte di circa 3 milioni di euro di perdite da saldare e che - secondo i ricorrenti - al 78% sarebbero state proprio in carico alla Ligabue. La Al Doulaimi si è quindi rivolta alla Corte dello Stato del Qatar, che nel 2011 ha condannato per inadempimenti la Ligabue Portugal, per un totale di oltre 7 milioni di Rial, pari a circa 2 milioni di euro. «Sentenza che non può però essere eseguita in Italia», spiega l’avvocato Gelosa, «in mancanza di un accordo tra gli Stati sul riconoscimento reciproco dei titoli giudiziari». Così la società si è ora rivolta al Tribunale di Venezia, Sezione Imprese, lamentando «gravi danni all’immagine e alla sua reputazione nello Stato del Qatar, essendole ora preclusa la possibilità di partecipare ad altri bandi pubblici e chiedendo un risarcimento di due milioni e mezzo», tra quanto stabilito dai giudici qatariani e 500 mila euro di provvisionale per il danno d’immagine.

Da parte sua la Ligabue - per voce dell’avvocato Roberto Nevoni, legale della società - liquida come una causa di ben poco conto il contenzioso, annunciando di «ritenere questo ricorso totalmente infondato, ne contestiamo ogni presupposto nel merito: siamo Ligabue Italia, non c’entriamo nulla con il Portogallo. Può capitare si determinino condizioni negli affari in cui in un contenzioso si decida di transare, ma non è questo il caso». Parola al Tribunale di Venezia.

 

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