Smontavano i gioielli rubati e li vendevano ai compro oro

CAMPAGNA LUPIA. Acquistavano l’oro rubato. Anzi, gioielli con pietre preziose e perle incastonate arraffate da topi d’appartamento. Poi smontavano quei preziosi d’oro, selezionando anche i pezzi d’argento frutto sempre di ruberie. E il materiale, così profondamente modificato per renderne impossibile o difficile l’identificazione, era poi proposto in vendita ad alcuni “compro-oro”. A Padova, nel quartiere Guizza, il titolare di un negozio aveva accettato quella merce, ignaro che fosse un bottino anche se, nell’arco di sei anni, aveva ricevuto ben 5,1 chilogrammi d’oro e 3,7 di argento, pagando una somma complessiva di 104.839 euro. E aveva sempre avuto a che fare con gli stessi interlocutori che ora rischiano il processo, a vario titolo, per ricettazione, commercio di prodotti falsi e riciclaggio. È stato il pubblico ministero Benedetto Roberti a chiudere l’inchiesta e a sollecitare il giudizio a carico di Giovanni Ciscato, 61 anni residente a Piove di Sacco in via Pinton dove si trova agli arresti domiciliari (difensore l’avvocato Roberto Boev), Andrea Ciscato, 31 anni residente a Campagna Lupia nel Veneziano in via della Repubblica, e di Rita Serra, 54 di Cittaducale in provincia di Rieti (questi ultimi difesi dall’avvocato Paola Bordin Boev).
Di sicuro da alcuni componenti del terzetto è stato lavorato e rivenduto l’oro sottratto a M.M., signora di Mestre derubata il 22 novembre 2012 come quello sparito dalla casa di E.G., altra signora di Sant’Angelo di Piove, vittima dei ladri il 20 marzo 2013, e dall’abitazione di M.C., terza derubata il 13 dicembre 2013 a Piove di Sacco.
Prima del processo di smontaggio, i preziosi venivano custoditi da Giovanni Ciscato: nei mesi scorsi nel suo garage sono stati sequestrati in sacchi 75 chili di argenteria, 20 chili di altri preziosi in oro e 62 orologi con marchi di lusso contraffatti (vari Rolex).
Cristina Genesin
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