Smog, record di polveri sottili nell’aria di Mestre

Sfondata quota 100 per dodici ore di fila: dopo 7 giorni di superamenti del limite di 50 scatta l’allerta alla popolazione
Agenzia Candussi, giornalista FAvarato. Protesta attivisti in via Miranese di fronte alla sede ARPAV
Agenzia Candussi, giornalista FAvarato. Protesta attivisti in via Miranese di fronte alla sede ARPAV

MESTRE. Smog alle stelle a Venezia, terza città italiana con le più alte concentrazioni di smog per 59 giorni, a fronte del limite europeo annuale fissato a 35. Continua e si aggrava, infatti, l’emergenza inquinamento da polveri sottili (Pm10) che tra domenica e ieri hanno registrato valori decisamente oltre il limite di sicurezza per la salute pubblica. Basti pensare che le autorità sanitarie europee hanno calcolato che in Italia ci sono una media di 76 mila morti a causa dei danni al sistema polmonare causati dalla polveri sottili ed ultra-sottili che si accumulano nell’organismo, a cominciare da quello dei bimbi che - come hanno denunciato anche i pediatri di famiglia veneziani - cominciano ad accusare bronchiti e problemi respiratori e dermatologici. Non a casa ieri l’Arpav ha diramato un comunicato definendo “pessima” la qualità dell’aria e “critica” la situazione, mentre il Comune ha diramato le sue raccomandazioni per la prevenzione e il contenimento dello smog sull’utilizzo dell’auto, il riscaldamento domestico e la riduzione dei consumi di energia.

Smog alle stelle. Negli ultimi due giorni le concentrazioni di polveri sottili sono aumentate raggiungendo livelli preoccupanti, con picchi di 135 microgrammi per metro cubo d’aria, - ovvero più del doppio del limite fissato dalle direttive europee a 50 microgrammi - in via Tagliamento alle 20 di domenica per scendere sotto i 100 solo 12 ore dopo, alle 8 di ieri e poi continuare con valori superiori al limite di 50. In via Beccaria, a Marghera, il picco è arrivato a quota 134 e alla Bissuola a 124.

Primo livello d’allertamento. L’Arpav, l’agenzia per l’ambiente regionale, comunicherà formalmente oggi al Comune - come prevede la procedura stabilita nel Piano Regionale di Risanamento dell’Aria adottato dalla Città Metropolitana di Venezia (ma solo da 29 dei 44 comuni) - il raggiungimento, ieri, del settimo giorno consecutivo di superamento del limite dei 50 microgrammi nella centralina di monitoraggio della qualità dell’aria di riferimento. Nel comune di Venezia questa centralina di riferimento si trova alla Bissuola, all’interno del parco Albanese, che toccherà oggi l’ottavo giorno di superamento del limite giornaliero e farà scattare il secondo livello previsto dal Piano Regionale che consiste nell’informare la popolazione con raccomandazioni che dovrebbero ridurre e prevenire i danni alla salute. In realtà già ieri (vedi articolo fianco) il Comune ha duramato un vademecum. Solo se i 100 microgrammi per metro cubo d’aria misurati dalla centraline della Bissuola saranno superati per tre giorni di seguito scatterà poi il secondo livello che comporta la limitazione nella circolazione degli automezzi Euro 1 e il divieto di usare stufe a legna e pellets.

Misure inadeguate. «A fronte di un pericolo sanitario accertato e grave, le misure adottate dal Comune di Venezia e da quelli dell’area Metropolitana sono solo un palliativo», ripetono i responsabili del Cocit (il coordinamento dei comitati anti-smog di Mestre ), dell’Assemblea permanente contro il rischio chimico e del Comitato Marghera libera e pensante. «È assolutamente da irresponsabili che il Comune di Venezia e quelli dell’area metropolitana non intervengano con azioni di largo respiro che riescano a migliorare la qualità dell’aria e ridurre il rischio sanitario quando si comincia a superare il limite dei 50 microgrammi», dice Roberto Trevisan dell’Assemblea Permanente. «Il piano su tre livelli del Comune di Venezia lascia esposte migliaia di persone per giorni interi a valori quasi tre volte superiori al limite favorendo l’insorgere di patologie nella popolazione più debole. Ricordo che per l’Organizzazione mondiale della salute il Pm10 non dovrebbe superare i 20 microgrammi, invece dei 50 previsti dalla normativa nazionale, mentre per il Pm2.5 non si dovrebbero sfondare i 10 microgrammi, mentre l’Italia ne prevede 25. A fronte dell’eccezionalità del momento il piano adottato dal Comune è assolutamente insufficiente ad affrontare questa fase che ha bisogno di misure eccezionali come lo stop al traffico di alcune strade ad intenso traffico, come via Beccaria a Marghera, e via Fradeletto».

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