Smog, le polveri non arrivano solo dal traffico

Non è solo il traffico dei veicoli sulla strade a inquinare l’aria che respiriamo. Le microscopiche e pericolose polveri sottili (Pm10) e ultra sottili (Pm2,5) – che arrivano direttamente all’apparato...

Non è solo il traffico dei veicoli sulla strade a inquinare l’aria che respiriamo. Le microscopiche e pericolose polveri sottili (Pm10) e ultra sottili (Pm2,5) – che arrivano direttamente all’apparato respiratorio – provengono anche da altre fonti di emissione. Tutte le fonti di emissione di polveri, come il traffico, sono il risultato di una attività umana che utilizza energia prodotta con derivati di combustibili fossili (carbone, benzine, gasolio, nafta, gas metano, gpl), o rifiuti solidi, biomasse e legno. Combustibili che vengono utilizzati non solo dai veicoli sulle strade, ma anche da navi più o meno grandi e imbarcazioni che affollano la laguna, il traffico aereo, le industrie e le centrali termoelettriche (come quelle di Enel ed Edison a Porto Marghera), gli inceneritori e gli impianti di riscaldamento domestico. Il risultato è un cocktail micidiale di polveri che ammorba l’aria di Venezia e Mestre (nella foto), di tutta la sua area metropolitana e, del resto, nell’intera pianura Padana scoperta da un’unica cappa di smog, visibile da qualsiasi satellite. e principali fonti urbane di emissione delle polveri Pm10 sono due e cioè i trasporti su gomma e gli impianti di riscaldamento civili. In particolare, i veicoli diesel, sia leggeri sia pesanti, emettono un quantitativo di polveri, per chilometro percorso, maggiore rispetto ai veicoli a benzina.

Una volta emesse, le polveri sottili, in particolare le polveri Pm10 possono rimanere in sospensione nell'aria per le successive dodici ore. L'esposizione per un breve periodo può irritare i bronchi ed i polmoni, causando tosse e mancanza di respiro. (g.fav.)

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