Smantellata banda di rapinatori e ladri

Arrestati otto banditi del Piovese che programmavano colpi a danno di un orafo di Fossò e di professionisti di Padova
PIEROBON - ARRESTI DAI CARABINIERI.
PIEROBON - ARRESTI DAI CARABINIERI.

In otto tutti del Piovese, più due albanesi (ricercati), che venivano usati come bassa manovalanza, sono stati arrestati in due riprese dai carabinieri di Piove di Sacco. Undici furti, dieci in abitazioni e uno in una ditta (70 mila euro di bottino tra argenti antichi, contanti, oro), una tentata rapina a Casalserugo e tre rapine in fase di avanzata progettazione. Con tanto di intercettazioni sul genere: «se si muove bisogna sparargli, o gli spacchi la testa con la pistola».

Una banda di personaggi incensurati, tre dei quali (trattasi di babbo con i suoi due abili figlioli) avevano messo in piedi un arsenale in garage: armi artigianali, esplosivo in quantità e munizioni modificate, alcune provenienti da dotazioni di reparti militari speciali, quello istraeliano per esempio. Vengono arrestati il 20 novembre nella casa in via Valeri a Piove , dove fabbricavano e custodivano la loro santa barbara. Sono Riccardo Castello, 64 anni, nullafacente, con qualche piccolo precedente lontano nel tempo e i figli Francesco, 40 anni, elettricista e Mattia, 24 anni, senza lavoro, almeno ufficialmente.

Da loro i carabinieri hanno trovato una notevole quantità di armi artigianali e riassemblate, da uno o due colpi solo, silenziatori sempre in fase di preparazione, 507 munizioni di vario calibro, di cui 67 calibro 357 magnum con ogiva cava, mica bazzecole. Ancora, cartucce a palla spezzata, sei chilogrammi di polvere pirica, 11 chili di polveri “balistiche” utili a costruire inneschi detonanti: si parla di zinco, nitrato di ammonio, nitrato di potassio, glicerina, polvere di alluminio; tre detonatori con timer e altro, compresa un po’ di marijuana. Il tutto a rifornire il resto della banda che, invece, si occupava di progettare e realizzare i colpi, utilizzando anche i servigi dei due albanesi quando fosse stato necessario.

I tre Castello sono accusati di concorso in detenzione e fabbricazione di armi. I carabinieri continuano le indagini e a fine dicembre arrestano Samuel Buggio, 28 anni, di Piove di Sacco, commerciante, trovato in possesso di esplosivi e munizioni da guerra. A questo punto si tratta di trovare gli utilizzatori finali di tutto l’armamentario che di sicuro non sarebbe stato usato per i fuochi di ferragosto. Saltano fuori i primi nomi della banda e, da fine gennaio, inizia un monitoraggio stretto. Nel contempo, tra dicembre e febbraio, si abbatte una cascata di ricchi furti, undici in tutto, di cui otto nel piovese, due a San Bellino di Rovigo e uno a Fossò.

L’indagine non è semplice perché sono tutti molto prudenti, non parlano mai per telefono ma solo e sempre faccia faccia in alcuni bar della zona dove, nel frattempo, sono diventati clienti abituali anche parecchi carabinieri in borghese. Il pm Benedetto Roberti, ieri presente alla conferenza stampa assieme a Fabiano Salticchioli, comandante provinciale dei carabinieri e Enrico Zampolli, comandante di Piove, ha coordinato le indagini. Comprensive di fruttuose intercettazioni all’interno di una delle auto usate dai componenti della banda. A metà marzo manette per Cristofalo Cianciolo, 39 anni, senza lavoro, di Piove e per Manuel Fiorin, 22 anni, di Arzergrande, trovati con munizioni, documenti false, refurtiva, chiavi di auto rubate. Ultimi arrestati, Floriano Molena, 55 anni, di Piove pure lui nullafacente e Morgan Onichini, 35 anni, operaio di Piove.

Alberta Pierobon

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