Slot con il trucco, ventun locali nel mirino a Mestre

Cinque esercizi già chiusi per violazioni, altri 16 sanzionati due volte rischiano di dover abbassare le serrande per 5 giorni

MESTRE. La Polizia locale, con il nucleo Attività produttive di terraferma, ha effettuato dall’inizio dell’anno, a tutela dalla salute pubblica, una serie di controlli in materia di ludopatia, il gioco d’azzardo patologico, che hanno portato a redigere 112 verbali a pubblici esercizi e si è scoperto che alcuni bar in terraferma tengono i videogiochi accesi in orari in cui non è consentito dai regolamenti farlo. E si scopre che alcuni gestori, proprio per evitare gli effetti negativi dei controlli della polizia locale, mettono in campo anche stratagemmi arditi.

Tasto per spegnimento. Quattro esercizi gestiti da cinesi hanno predisposto un tasto di spegnimento videogiochi situato dietro al bancone, lato barista, da attivare quando nell’esercizio entra la polizia locale. Ma sono stati traditi dai loro stessi clienti, affamati di gioco. Quando gli agenti sono entrati nei bar, i clienti sono usciti lamentandosi del fatto che di colpo si erano spente le macchine. «Le proteste dei giocatori sono il segno evidente dell’infrazione compiuta». E visto che in terraferma si contano circa 300 bar e attività che ospitano slot machine per il gioco d’azzardo e l’80% di queste sono gestite da cittadini cinesi, non è da escludere che il trucchetto del tasto nascosto di spegnimento delle macchine, ideato contro i controlli, sia più utilizzato di quanto appare oggi.

L’attività del Nucleo guidato dal commissario capo della Polizia locale, Stefano Gianolla, porta anche alle chiusure di varie attività. È già successo in attività a Marghera in via Beccaria, in via Trieste e in via Longhena, a Mestre in via Aleardi e in viale San Marco. Per aver reiterato il comportamento scorretto, alla sanzione pecuniaria di 166,66 euro per violazione all’articolo 14 del Regolamento comunale in materia di giochi, è stata disposta quale sanzione accessoria la prima chiusura per tre giorni. Altri 16 locali sono stati sanzionati già due volte e si attendono ora i provvedimenti di chiusura, anche per loro, con il rischio di dover tenere le serrande abbassate fino a cinque giorni.

Ringraziamento dell’anziano. Nell’ultimo sopralluogo in un locale con le macchinette, nel centro urbano di Marghera, gli agenti hanno anche ricevuto dei particolari ringraziamenti, quelli di un anziano che nell’ultima settimana aveva già perso 700 euro al gioco e che ha ringraziato i vigili per aver spento le macchine, chiudendo l’attività per alcuni giorni. Come a dire: «Io non ce la faccio a smettere, aiutatemi voi». Infatti non c’è locale con macchine di giochi d’azzardo che non veda tanti uomini e donne, e tanti anziani, tentare la fortuna, sperando in una vincita importante, e finendo solo con l’arricchire – ed è un controsenso nazionale non sanato – anche gli introiti allo Stato, che sul gioco d’azzardo fattura milioni.

Allarme ludopatia. Che gli anziani siano a rischio ludopatia lo ha evidenziato anche una recente ricerca di Usl 3 Serenissima e Cgil, Cisl e Uil: tra i 125 casi nel 2017 al Serd l ’età media è di 52 anni. Il giro d’affari del gioco d’azzardo nel 2016 è stato di 80 miliardi di euro. La stima dei giocatori patologici è di 250.000 persone, tanto quanto una città come Verona. Lo Stato incassa più di 8 miliardi dalle slot che nel 2015 in Italia erano 418.210. Tutti i Comuni si muovono sul fronte controlli: 48 milioni di euro all’anno vengono bruciati nelle slot nella sola città di San Donà. Risulta infatti di 1.159 euro la spesa media per abitante registrata ogni anno in città per videopoker e slot machine (inchiesta del gruppo Gedi su dati dell’Agenzia delle Entrate). A Jesolo manca un regolamento; i sindaci della Riviera del Brenta studiano con la Prefettura una azione comune. A Venezia l’operatività delle slot machine è consentito dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.30. Ma in molti locali le “macchinette mangia soldi” restano in funzione, attirando clienti in barba alle norme e il fatto che i locali espongano i cartelli contro la ludopatia appare una beffa.

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