«Sla, i malati sono 422 Trattiamo tutti alla stessa maniera»

Quarto. La Regione interviene sul caso di Andrea Zambon La moglie: «Rammaricata per le parole dell’assessore»
Di Marta Artico

QUARTO D’ALTINO. «L’obiettivo che come Regione ci siamo prefissi è quello di assicurare uno standard assistenziale minimo di qualità per tutti i residenti del Veneto colpiti da Sla». Mario Modolo, dirigente regionale dei Servizi sociali, interviene sul caso di Andrea Zambon, il 45enne di Quarto d’Altino allettato da molti anni, in grado di muovere oramai solo le pupille dei suoi occhi azzurro intenso, diventato il simbolo della resistenza nei confronti di una malattia che scava giorno dopo giorno il corpo, lasciando vive le persone pur prigioniere di un guscio che non serve più a nulla.

«La Regione in questi anni» replica Modolo alla lettera di denuncia scritta da Maria Grazia Morgese, la moglie di Andrea Zambon, «ha messo in atto diversi provvedimenti economici straordinari per assicurare a Zambon e alla sua famiglia l’attenzione e l’assistenza dovuta a una patologia così grave. Fin dal 2001, l’Asl 12 ha iniziato a erogare le prestazioni sanitarie del caso e fornire gli ausili di domotica. Dal 2003 è intervenuto anche il Comune con assistenza domiciliare integrata, con operatore socio sanitario specializzato e contributi una tantum a sostegno della situazione familiare, riferiti alla presenza di minori, oltre che con contributi regionali di assegno di cura e vita indipendente. A partire dal 2008 e fino al 2012 compreso, la giunta regionale ha assegnato alla famiglia ad integrazione degli interventi diretti di assistenza sanitaria e sociosanitaria, oltre 238 mila euro (38 mila nel 2008, 50 mila 800 nel 2009, 50 mila rispettivamente negli anni 2010, 2011 e 2012)».

Precisa la Regione: «Si è trattato di provvedimenti straordinari, ora non più possibili, relativi ad eccezionali situazioni individuali caratterizzate dalla necessità di interventi di tipo assistenziale particolarmente impegnativi».

«Nel 2011» puntualizza il dirigente regionale «c’è stata l’assegnazione del Fondo nazionale a favore delle persone con Sla e la Regione ha provveduto a definire, in stretta collaborazione con le associazioni degli ammalati e famiglie, un percorso assistenziale che punta ad assicurare a tutti i malati di Sla del Veneto (ce ne sono 422 alla data del 31 luglio) equità di accesso e trattamento, uniformità e qualità di offerta di servizi».

Ma, come sottolinea la direzione dei Servizi sociali, «Zambon, al quale va tutta la nostra solidarietà e comprensione umana, è uno di quei 422 malati e l’assistenza nei suoi confronti rientra nel quadro dell’assistenza dovuta a tutti gli altri: l’obiettivo è di assicurare uno standard assistenziale minimo di qualità a ciascuno, una evidente questione di equità e di correttezza istituzionale da parte della Regione nei confronti dei suoi assistiti».

Venerdì Mariagrazia Morgese, moglie di Andrea, ha scritto una nuova lettera- appello, indirizzata, tra gli altri, anche al governatore Luca Zaia. «Oggi 19 aprile» recita l’incipit «ci è arrivato finalmente l’agognato finanziamento dal fondo Sla stanziato dalla Regione, di cui siete a conoscenza, pari a 500 mensili lordi». Duole al contempo leggere che «l’assessore Sernagiotto si è permesso di dire che mio marito, malato di Sla, è un privilegiato». La donna chiede fortemente che i finanziamenti, ridotti da 50 mila a meno di un terzo, vengano rivisti.

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