Sit-in davanti all’ospedale contro le schede sanitarie

Sindaci e cittadini a difesa della sanità sul territorio. Ieri il primo sit-in davanti al nosocomio con il coordinamento delle associazioni per la buona sanità che ha visto uniti Andrea Cereser, sindaco della città, con Antonio Bertoncello, che guida Portogruaro, i sindaci del centrosinistra, sindacati, tanti cittadini e commercianti, con il presidente Ascom, Luigino Fontanello, che si sono uniti al presidio, duecento persone circa. È arrivata anche la deputata del M5S Arianna Spessotto a difendere la sanità territoriale contro le scelte di un ospedale unico, impegnandosi a discuterne con il governatore Zaia a Roma, in occasione delle elezioni del presidente della Repubblica.
Primo obiettivo: bloccare le schede regionali e rinviare la decisione sull’ospedale unico, ammesso che sia la soluzione, a dopo le elezioni regionali. Il coordinamento ora vuole un incontro con il presidente della Regione, Luca Zaia, giudicato colpevole di “tacito consenso alla direzione dell’Asl 10 di continuare il processo di smantellamento della sanità”.
«La chirurgia generale di San Donà», dice Cereser, «nonostante faccia il numero maggiore di interventi l’anno, è già stata declassata, non ha più il primario, a favore di quella di Portogruaro e funzionerà solo 5 giorni la settimana. Gli interventi maggiori e d’urgenza per San Donà e per il litorale si faranno solo a Portogruaro. Il nostro pronto soccorso, anche se ha il maggior numero di accessi l’anno, verrà declassato, non avrà più il primario, e dipenderà da quello di Jesolo. L’ospedale di San Donà non avrà più letti per la rianimazione, mettendo così a rischio i pochi interventi di ortopedia, ostetricia e i pazienti, compresi quelli della casa di cura Rizzola, dovranno essere trasferiti altrove. L’otorinolaringoiatria non sarà più presente a San Donà, ma solo a Portogruaro, cardiologia, pediatria e psichiatria saranno solo a San Donà. Perderemo gli ambulatori preventivi e aumenteranno le liste di attesa in quanto San Donà dovrà rispondere anche ai cittadini del Portogruarese dove questi servizi verranno chiusi. I distretti sociosanitari per le cure primarie nel territorio verranno ridotti da due a uno. Un solo primario per 217.000 persone, anziani, adulti e bambini. La giunta regionale ora blocchi le schede come da indirizzo del Consiglio, o noi faremo incontri e sit in con i sindaci che lo vorranno fino ad arrivare in Regione».
Duro Bertoncello in perfetta sintonia: «La Lega si occupi dei suoi problemi. Il direttore generale Bramezza non è adeguato e spinge per un ospedale unico, proponendo il modello Este Monselice che non ha alcun senso. Prima pensiamo ai servizi sul territorio».
Entrambi chiedono che le quote per l’Asl aumentino, con i 22 milioni di finanziamenti che le spettano, e di impiegare i tre milioni stanziati per l’acquisto dei terreni dell’ospedale unico per potenziare invece i servizi. «Il problema urgente», sostengono, «oggi non è discutere di ospedale unico sì o no, ma è dire alla Regione che non è accettabile promettere il sogno di un ospedale unico, nuovo, efficentissimo e nel frattempo, ridurre e dismettere servizi sanitari di primaria importanza per la salute dei cittadini».
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