Siringhe su un sedile dell’autobus, la conducente fa scendere tutti

L’allerta domenica pomeriggio a piazzale Roma sul mezzo della linea 19, tra Venezia a Favaro. Un passeggero le ha scoperte, erano sporche di sangue. Pipino (Utl): «Degrado e poca sicurezza»
Venezia, 12.04.2006.- Con ordinanza C.P., chiuso il Canale della Scomenzera.- Approntato dall'ACTV un servizio navetta tra S.Marta e Piazzale Roma.- Nella foto la navetta a Piazzale Roma.- Interpress/Agostini
Venezia, 12.04.2006.- Con ordinanza C.P., chiuso il Canale della Scomenzera.- Approntato dall'ACTV un servizio navetta tra S.Marta e Piazzale Roma.- Nella foto la navetta a Piazzale Roma.- Interpress/Agostini

MESTRE. Quattro siringhe sporche di sangue e senza cappuccio abbandonate su un sedile posteriore del bus. L’episodio domenica pomeriggio, pochi minuti prima delle 18, sul mezzo della linea 19 che fa la spola tra Venezia e Favaro, un bus molto utilizzato, specialmente in alternativa al tram. L’autobus era arrivato da Favaro e aveva raggiunto piazzale Roma. A quel punto generalmente si ferma qualche minuto, la gente sale e poi riparte per Favaro. Alle 17.50 circa, però, un utente che evidentemente era salito tra i primi sull’autobus, ha avvertito la conducente che tra le ultime file, sui posti a sedere, c’erano delle siringhe senza cappuccio, quattro per la precisione.

La conducente è andata a vedere e ha deciso di far smontare chi si trovava a bordo. Dopo aver fatto scendere i passeggeri, come fa sapere Actv, ha contattato immediatamente la centrale operativa e ha cambiato autobus. Le persone sono tranquillamente ripartite per Favaro senza grossi ritardi, anzi in orario, mentre l’autobus è stato chiuso ed è stato portato in deposito per le procedure standard che si attivano in questi casi. Pulizie scrupolose e disinfezione di tutto il mezzo.

Cosa sia accaduto, difficile sapere. Forse qualcuno ha atteso che scendessero tutti i passeggeri per lasciare sul sedile le siringhe che aveva usato per drogarsi, forse non sapeva dove gettarle o come sbarazzarsene. Sta di fatto che qualcuno distratto, avrebbe anche potuto sedercisi sopra e magari pungersi.

Actv fa anche sapere che, a memoria, non è mai accaduto nulla di smile. Durante le pulizie si trova spazzatura, immondizia, è capitato, forse una volta in anni e anni, di scoprire una siringa per uso medico (diabete o allergie) scivolata dalla borsa di qualcuno, ma si tratta di cose diverse.

Ad intervenire Alfredo Pipino, segreteria Utl (Unione territoriale lavoro) dell’Ugl. «Oramai continuiamo a scrivere a chi di competenza per spiegare e far capire all’amministrazione come sta degenerando la situazione», spiega, «lamentiamo il degrado in cui versano gli autobus, nel senso che ci salgono clochard, senza tetto, drogati. Ormai i mezzi sono diventati luoghi dove bivaccare, pieni di gente che neanche noi sappiamo da dove venga, cosa ci faccia, chi sia. E cosa possono fare gli autisti? E l’utenza? Più che segnalare e intervenire sotto il profilo dell’igiene, non possiamo fare. Vale per piazzale Roma, dove ci sono i “barbanera prepotenti”, vale per i mezzi a percorrenza lunga come il 5, che costano più di 6 euro a tratta, utilizzati appunto da clochard e persone non ben identificate, l’aeroporto è diventato un bivacco di accattoni e ubriachi. L’autista può fare un controllo a vista, ma è difficile chiedere documenti a gente che con sé non ha proprio nulla».

Una situazione, secondo il sindacato, che sta peggiorando. Tra le segnalazioni pervenute, anche quella riguardante la fermata di via Carducci fronte ex Brek, dove dormono e bivaccano stabilmente senza tetto e sbandati. «Abbiamo fatto presente anche questo. Noi altro non possiamo fare che chiedere incontri urgenti sulla sicurezza del personale e l’igiene dei mezzi, ma è un problema questo, di cui si dovrebbe far carico l’amministrazione, che dovrebbe capire che così non si può più andare avanti». Conclude: «Non ci sono ricette magiche, ma una soluzione potrebbe essere quella che gli autisti fossero muniti di patentino di agente amministrativo con tanto di distintivo».

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