Siringhe lasciate tra i giochi dei bimbi
Mentre nel roseto gli spacciatori vendono l’eroina avvolta nel cellophane e i consumatori fanno scivolare per terra le siringhe, al campo da calcetto i ragazzi inseguono il pallone e al bar Baratto suona un’orchestrina.
È la doppia faccia del parco Bissuola di Mestre, dove domenica mattina una manciata di siringhe sono state trovate vicino all’area giochi dei bimbi, subito rimosse dal personale di Veritas. «Le hanno lasciate sul muretto vicino all’altalena, dove i bambini potevano tranquillamente prenderle in mano», racconta una mamma preoccupata che frequenta il parco con il figlio, «è questo l’aspetto che più ci fa star male e ci preoccupa». Sono due le zone del parco frequentate di solito dagli spacciatori: l’ingresso sul lato da via Po, vicino al centro civico, e la zona detta delle Piramidi, vicino al roseto.
Oggi si notano di più perché, tornata di moda l’eroina, sull’erba e sui marciapiedi sono tornate le siringhe: solo l’anno scorso, secondo i dati forniti da Veritas a febbraio, ne sono state raccolte 10 mila, divise per 365 giorni e 40 aree verdi, utilizzate dai tossicodipendenti conosciuti in città, circa 130, più quelli che arrivano da fuori. Dieci anni fa c’erano le siringhe anche davanti all’ingresso del bar Baratto, luogo d’incontro e presidio importante. Poi, con la presenza delle persone, sono sparite. «Invito chi giustamente protesta per la presenza degli spacciatori e delle siringhe», spiega Arianna Rossi, anima del locale, «a vivere di più il parco, a contribuire a organizzare feste, eventi, manifestazioni perché più il parco è vissuto dalla città e più è sicuro». C’è lei dietro la promozione delle iniziative di “Bissuola Viva”. La giornata di domenica è stata l’esempio perfetto di questo doppio volto del parco: alla mattina il ritrovamento delle siringhe vicino all’altalena, al pomeriggio l’area verde che si è riempita di giovani e famiglie, per una passeggiata per utilizzare gli impianti sportivi del parco. Con gli spacciatori costretti ad allontanarsi, o relegati nei loro angoli. E pressati dalle forze dell’ordine, con controlli che si ripetono ogni settimana. I frequentatori chiedono maggiore illuminazione. «Rispetto a un po’ di tempo fa», aggiunge la titolare del bar Baratto, «oggi i controlli delle forze dell’ordine ci sono, quasi quotidiani». «C’è una zona del parco sana, ed è quella degli impianti sportivi», dice Michele Di Mauro, presidente della Nuotatori veneziani, che gestisce la piscina all’interno del parco Bissuola, «e ci sono alcune zone dov’è evidente l’attività di spaccio: noi cerchiamo di allargare la parte sana». (f.fur.)
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