«Sinopoli non è morto a causa dell’aggressione»
C’è voluto un anno e alla fine i periti del giudice Alberto Scaramuzza hanno depositato la perizia per quanto riguarda il decesso di Gabriele Sinopoli. I medici legali milanesi Carlo Bianchi Bosisio e Antonella Lazzari scrivono che non esiste alcun nesso causale tra le lesioni riportate durante l’aggressione subita nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2012 nel cortile di casa sua e la morte giunta diciannove mesi dopo nella stanza dell’ospedale all’Angelo dove era stato ricoverato. Non solo, sostengono che non ci sarebbe neppure alcuna responsabilità da parte dei medici che lo hanno avuto in cura. Il decesso sarebbe dovuto a complicazioni sorte in un corpo già fortemente debilitato da una serie di importanti patologie precedenti all’aggressione.
L’udienza davanti al giudice è prevista per lunedì 27 giugno e quel giorno, finalmente, il pubblico ministero Stefano Buccini, l’avvocato di parte civile Emanuele Fragasso e i difensori dei sei imputati potranno definire le loro conclusioni e il giudice emettere la sentenza. In realtà le parti avevano già concluso esattamente un anno fa: il rappresentante della Procura aveva chiesto la condanna degli imputati a sei anni di reclusione ciascuno per lesioni dolose gravi, mentre il legale della moglie e della sorella, citando una consulenza di parte, aveva chiesto una condanna per omicidio preterintenzionale, sostenendo che il decesso di Sinopoli era stato provocato, seppure 19 mesi dopo, dalle lesioni subite durante l’aggressione da parte del 24enne Giuseppe De Simone, di Marco Seibessi (32 anni), di Sebastian Troiani (29), di Antonio Marigliano (21) e di Andrea Campagna (27), tutti di Marghera, e di Giuseppe Bartolo (32) di Zelarino..
In quell’occasione il giudice, invece di decidere, aveva sottolineato la necessità di stabilire con una perizia medica la causa del decesso. In realtà già esistevano già due consulenze, quella del medico legale Antonello Cirnelli per conto del pm Buccini, nella quale si sosteneva che non c’era alcun legame tra il decesso e le lesioni subite durante l’aggressione, e quella eseguita per conto della parte civile, nella si affermava invece che la morte di Sinopoli era stata provocata da complicazioni sorte in seguito alle botte.
I periti del giudice, ora, hanno dato ragione a ciò che aveva sostenuto il pubblico ministero. Per farlo, però, hanno impiegato esattamente un anno, visto che l’incarico era stato dato loro il 26 giugno 2015, nel frattempo, infatti, hanno chiesto ben tre proroghe per quanto riguarda la scadenza imposta loro dal magistrato.
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