Sinopoli, il Comune parte civile Oggi l’ultimo saluto in Duomo

Cerimonia alle 11, la sorella Anna: «Ricevuta la solidarietà di molti, ci fa piacere che chi rappresenta la città si schieri con noi. Quanto successo a Gabriele non deve accadere in un contesto civile»
Di Francesco Furlan

Il sindaco Giorgio Orsoni darà mandato all’avvocatura civica di costituirsi parte civile nel processo a carico dei sei giovani indagati per omicidio preterintenzionale per aver picchiato nella notte tra il 2 e il 3 settembre di due anni fa Gabriele Sinopoli. Il promotore finanziario, fratello del direttore d’orchestra Giuseppe scomparso nel 2001, dopo quel pestaggio non si era più ripreso, fino al decesso, lo scorso 12 aprile nel reparto di rianimazione dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, dopo una crisi epilettica riconducibile agli interventi al cervello.

Ad annunciare la volontà di Ca’ Farsetti di dichiararsi parte civile è stato ieri mattina, nel corso del sopralluogo ai cantieri dell’ex Umberto I, l’assessore Gianfranco Bettin: «Ne ho parlato con il sindaco Orsoni e lui è d’accordo, dobbiamo far capire che la città sta dalla parte delle vittime, e non dei violenti».

Il Comune inoltre, rappresentato dal vicesindaco Sandro Simionato, parteciperà oggi alle 11, nel duomo di San Lorenzo, al funerale di Sinopoli. A celebrarlo, dal momento che don Fausto Bonini è in Armenia, sarà il viceparroco don Lorenzo De Lazzari. Sarà una cerimonia funebre molto semplice - come hanno chiesto i familiari - alla quale però è molto probabile che parteciperà molta gente come segnale di vicinanza per quanto accaduto alla famiglia Sinopoli. «In questi giorni abbiamo ricevuto la solidarietà di molte persone», dice Anna, sorella di Gabriele, «ma sapere che il Comune, che rappresenta la città, voglia costituirsi parte civile ci fa piacere, è un segnale importante per far capire che bisogna cercare di arginare la violenza, perché un’aggressione come quella di mio fratello in un contesto civile non dovrebbe accadere».

Nella notte tra il 2 e 3 settembre fratello e sorella stavano tornando a casa, in centro a Mestre, quando furono aggrediti da sei trentenni. Anna e Gabriele Sinopoli erano stati alla mostra del cinema e poi a cena con un'amica. Dopo aver imboccato via Verdi, per raggiungere l'appartamento del condominio “Antonio Da Mestre”, in Riviera XX Settembre, l'uomo aveva suonato il clacson perché c'era un gruppo di giovani in mezzo alla strada. Alcuni di loro avevano cominciato a colpire con pugni e calci il mezzo. A quel punto l'uomo aveva abbassato il finestrino, ricevendo un primo colpo alla testa. Era stato poi seguito fino a casa, dove era stato colpito da un’altra scarica di colpi al volto e al corpo. Dopo essere entrato in coma e sei interventi chirurgici al cervello, non si era più ripreso. Fino all’ultima crisi che ha provocato il decesso.

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