Sindaci e legali: salviamo il tribunale

“Io cambio” e l’Ugl polizia premono perché diventi sede del commissariato

CHIOGGIA. Il tribunale non c'è più dallo scorso 6 settembre, ma la mobilitazione, contro la sua chiusura, continua e sembra destinata a crescere d'intensità. Domani, alle 11.30, nella sala del consiglio comunale l'Associazione nazionali avvocati italiani che, in tutta Italia, ha contrastato la chiusura delle sezioni periferiche dei tribunali, ha organizzato un incontro pubblico, cui parteciperanno il sindaco di Chioggia, Giuseppe Casson, il sindaco di Cona, Anna Berto, entrambi avvocati, Bruno Rosetti, segretario del Comitato «Salviamo il tribunale», il presidente nazionale Anai, Maurizio De Tilla, e la presidente Anai sezione Padova-Chioggia, Giovanna La Bella, per illustrare le iniziative ancora possibili per salvare, o meglio, ripristinare, la sede staccata del tribunale a Chioggia.

In ballo ci sono i ricorsi al Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio presentati da numerosi enti e comuni, tra cui Chioggia, con formale mandato (a costo zero per l'amministrazione comunale) proprio all'avvocato De Tilla e la possibilità di applicare una specifica previsione di legge che permette il mantenimento per cinque anni delle sezioni distaccate che non comportino costi per il ministero della giustizia. Tale è, appunto, il caso di Chioggia, dove i Comuni di Chioggia e Cona si sono già dichiarati disposti a sostenere le spese necessarie.

Ma l'eventualità è stata ignorata dal presidente del tribunale di Venezia, Arturo Toppan che, in questo modo, si è attirato feroci critiche da parte degli avvocati.

Tra l'altro il trasferimento dei fascicoli (400 penali e 700 civili, circa) a Venezia comporta problemi logistici che potrebbero indurre ad un “ripensamento”. Ma ci sono, sul tappeto, anche ipotesi più clamorose, come quella di un esposto, nei confronti dello stesso Toppan, per aver disposto il trasloco in anticipo (il 6 settembre, anziché il 13) sui tempi di chiusura delle sedi periferiche stabiliti per legge. Secondo i “falchi” dell'avvocatura ciò potrebbe configurare l'interruzione di pubblico servizio per la impossibilità di accedere agli atti mentre era in corso il trasloco.

Intanto, però, si registrano anche iniziative per un “nuovo” utilizzo della cittadella della giustizia. Il movimento «Io Cambio» chiede, come già fatto dal sindacato Ugl-Polizia, che essa diventi la nuova sede del commissariato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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