Sigilli al ristorante comprato con la droga
CHIOGGIA. Ha un valore sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente dichiarati, e per questo è ritenuto essere frutto dei soldi incassati con il traffico internazionale di droga. Ieri mattina i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e la squadriglia navale di Chioggia hanno messo sotto sequestro il barcone-ristorante Salutemar, una struttura dal valore di 600 mila euro, comprese le spese sostenute per ristrutturare l’imbarcazione. Il sequestro è l’ennesimo tassello dell’operazione Apocalisse che, nel maggio dello scorso anno, aveva portato all’arresto di 14 persone, più altre 13 misure restrittive, per traffico di droga.
In particolare il ristorante sequestrato ieri mattina, stando agli accertamenti della guardia di finanza, è intestato a una società di Romea Boscolo Bielo, moglie di Giuliano Boscolo Meneguolo, il fratello di Armando, boss in passato legato alla Mala del Brenta. La donna, nel gennaio del 2016, quando il ristorante venne messo lungo il ponte translagunare,raccontava di essere riuscita ad avviarlo dopo 8 anni di lotta con la burocrazia per ottenere le autorizzazioni. In precedenza il barcone era operativo nel canal Lombardo, ma dal 2016 aveva ottenuto l’autorizzazione a spostarsi in cinque diversi punti della laguna. Quel che ancora non si sapeva è che - stando alle verifiche dei finanzieri - quel ristorante era stato comprato, allestito e aperto con i soldi del traffico di droga. I due fratelli Meneguolo sono ritenuti i promotori, organizzatori, finanziatori e capi della banda che importava cocaina, hascish e marijuana a chili anche dall’estero e dopo l’arresto di maggio sono ancora in carcere mentre Daniel, il figlio di Giuliano, passato nei mesi scorsi dagli arresti domiciliari all’obbligo di firma. Il sequestro concluso ieri dai finanzieri ha natura preventiva e preliminare rispetto alla confisca del bene: il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari, Roberta Marchiori, su richiesta del pubblico ministero Lucia d’Alessandro, al termine degli accertamenti sul patrimonio accumulato dai componenti del gruppo.
Il ristorante, settanta coperti, impiegava una decina di persone, ed era gestito sostanzialmente da Daniel, il figlio di Giuliano. La struttura, grande all’incirca sei metri per sei, era molto conosciuta in città e recensita in molti siti di viaggi, anche perché nel periodo estivo frequentata da molti turisti. Vi si poteva eccedere con la propria imbarcazione, o dopo essere stati accompagnati con un piccolo barchino.
Proprio in questi giorni tra l’altro si stava preparando alla promozione per la nuova stagione turistica. Il sequestro è stato possibile grazie alla normativa antimafia che permette il sequestro di beni che si ritiene accumulati con i proventi delle attività illecite. L’acquisto dell’imbarcazione risale al 2009, ma il ristorante, nella forma dell’ittiturismo Salutemar, risale come detto al gennaio del 2016, cinque mesi prima dell’operazione dei militari della guardia di finanza.
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