Sifa, ecco i membri del nuovo Cda Scontro Regione-Veneto Acque
MARGHERA. Nuovo corso per Sifa, anche se la società consortile (Mantovani, Veritas e Veneto Acque) che gestisce il depuratore di Fusina riparte con qualche tensione nei rapporti tra la Regione e la sua controllata, Veneto Acque.
I 56 milioni. Come noto, non senza polemiche, la Regione ha deciso di versare a Sifa 56 milioni di euro per ripianare i debiti della società in scadenza al 31 dicembre del 2016, soprattutto nei confronti degli istituti di credito. Soldi rastrellati da capitoli di spesa, già deliberati o in programma, per altri interventi di bonifica e disinquinamento della città e congelando di fatto fino al 2041, tre le altre cose, la bonifica e la riqualificazione del Vallone Moranzani. L’accordo raggiunto tra Regione e Sifa ha visto, oltre al bonifico dei 56 milioni di euro, anche un nuovo assetto della società e l’annullamento dell’articolo capestro della convenzione dell’opera realizzata con un project financing - nata ai tempi di Giancarlo Galan - che vedeva la Regione obbligata a pagare il 95% della differenza fra quanto incassato per il trattamento dei fanghi e i volumi necessari per il rispetto del piano economico.
Il nuovo corso di Sifa. Il nuovo corso di Sifa, dopo la delibera della Regione per lo stanziamento dei fondi, si è avuto con la nomina dei vertici della società. Come previsto dai patti para-sociali l’amministratore delegato è stato scelto da Veritas, e si tratta di Cristiano Franzoi, l’ingegnere che già prima seguiva la partita Sifa. Un consigliere spetta al gruppo Mantovani, che ha nominato Jacopo Silva, un altro ingegnere. Con i nuovi patti para-sociali la Mantovani mantiene la maggioranza relativa delle quote, ma il suo ruolo nella gestione di Sifa diventa del tutto marginale.
Lo scontro (silente). I dissidi vanno registrati invece per la nomina del presidente di Sifa, che spetta a Veneto Acque. In un primo momento il Cda della società della Regione aveva indicato nel proprio presidente, Virgilio Asileppi, anche il presidente di Sifa. Ma la Regione ha mal digerito la scelta e, attraverso la segreteria regionale presieduta da Ilaria Bramezza ha inviato due note puntute: la prima per ricordare che l’incarico sarebbe stato a titolo gratuito. «Lo so», ha risposto Asileppi. La seconda per precisare che sarebbe stato meglio indicare qualcuno con un profilo tecnico più adeguato. La presidenza, insomma, doveva andare a qualcun altro, che nella lettera non è mai stato nominato, ma che la Regione aveva ben in testa. «Gli spifferi dei corridoi non mi interessano, il Cda ha scelto in autonomia. Se la Regione aveva altre intenzioni poteva farmelo sapere», dice il presidente Asileppi che, fedele alla vecchia scuola democristiana, preferisce non aggiungere altro. Il consiglio di Veneto Acque si è riunito quindi il 2 gennaio e ha nominato presidente di Sifa Alberto Vielmo, già direttore generale di Veneto Acque. La Regione non l’ha presa troppo bene ma Asileppi scuote le spalle: è a fine mandato e la Regione ha già deciso di snellire la struttura di Veneto Acque, abolendo la figura del Cda.
Il Cda di Sifa martedì. Per ciò che riguarda Sifa invece il nuovo Cda si riunirà martedì con l’obiettivo di delineare la nuova strategia della società. «Dovremo fare una ricognizione generale, stabilire il piano per riportare in equilibrio la gestione», dice il presidente Vielmo, «e incontrare gli organi di controllo. Di questioni da affrontare ce ne sono molte».
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