Sicurezza metropolitana task force anti mendicanti
A Padova sono state elevate 619 multe per accattonaggio (50 euro l’una), più di Venezia, seconda con 530 e di Treviso, 259.
Otto i fogli di via per i mendicanti padovani chiesti dalla Municipale della Città del Santo e in attesa della decisione del Questore, a cui spetta l’ultima parola. A Venezia la scorsa estate era stata la Prefettura a comunicare l’emissione di 38 fogli di via per mendicanti molesti attivi a Mestre. E a Venezia, come a Padova, c’è chi è stato sanzionato molte volte, senza mai pagare. Dati emersi ieri a Padova dalla prima riunione della task force metropolitana tra Venezia, Padova e Treviso, rappresentata dai tre comandanti della Municipale delle tre province venete, Lorenzo Panizzolo (Padova), Luciano Marini (Venezia) e Federica Franzoso (Treviso), i quali hanno deciso i primi interventi da attuare per arginare il fenomeno dopo la scelta di agire assieme dei tre sindaci delle città. «Abbiamo deciso più che altro di migliorare la nostra relazione», ha dichiarato Panizzolo, «perché così saremo in grado di capire se gli accattoni molesti girano e si muovono tra le tre città e se la nostra sensazione in merito alla loro effettiva organizzazione è reale». Per i tre ufficiali, molti degli accattoni presenti nelle tre province venete «farebbero parte di organizzazioni parafamiliari comandate da un capetto», ha evidenziato il comandante della Municipale di Venezia, Marini. «Loro si dividono le zone e poi raccolgono i soldi, ma non avendo il potere di perquisirli non riusciamo a capire quanto possano guadagnare». Delle multe emesse per accattonaggio molesto, nessuna è stata pagata e c’è chi è arrivato a collezionarne più di 50, mentre in molti ne avrebbero una trentina a testa. «Stiamo parlando di gente che chiede l’elemosina ma che non è assolutamente intenzionata ad integrarsi», ha precisato il sindaco Ivo Rossi, presente al tavolo della task-force.
«Gli assistenti sociali sono andati ad intervistarli per cercare di inserirli nei tanti progetti che il Comune prevede per le persone degenti, ma sono stati respinti». Si tratta di «professionisti dell'accattonaggio provenienti soprattutto dall’est Europa», ha confermato Panizzolo, «da chi chiede l’elemosina con insistenza lungo le strade, al parcheggiatore abusivo, senza dimenticare i lavavetri ai semafori». Franzoso spiega il prossimo lavoro delle polizie locali: «Lavoreremo al consolidamento dell’interscambio delle informazioni contenute nelle banche dati delle tre polizie municipali attraverso l’utilizzo di un portale comune, alla creazione di un gruppo di lavoro che si riunirà una volta al mese per la verifica dei risultati e l’analisi dei flussi del fenomeno e all’interscambio delle forze di polizia tra le varie città che condivideranno così problematiche e possibili soluzioni».
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