«Sicurezza e aggressore dovranno pagare i danni»

Jesolo. Luciano Pareschi prende posizione dopo il pestaggio del ragazzo che ha provocato la chiusura del Vanilla per 15 giorni. «Farò ricorso al Tar»
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - CONFERENZA STAMPA PARESCHI VANILLA CLUB - PERSONALE DELL VANILLA
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - CONFERENZA STAMPA PARESCHI VANILLA CLUB - PERSONALE DELL VANILLA
JESOLO. Ricorso al Tar per il Vanilla, Luciano Pareschi annuncia le sue prossime mosse dopo l’aggressione nel locale ai danni del 24enne Daniele Bariletti di Pianiga, colpito con un pugno da un 35enne di Cavallino, e la chiusura del Vanilla su decisione della Questura. Pareschi ieri nella discoteca ha invitato il Comune, Silb e gestori di locali sfogandosi: «Siamo stati un capro espiatorio dopo i fatti di Lloret de Mar». Per prima cosa ha augurato pronta guarigione al ragazzo, lui che il giorno dopo, è stato a sua volta aggredito da una banda di Rom ad Aqualandia, subendo il collasso del polmone destro. Ha dunque annunciato che si rivarrà civilmente sul picchiatore di Cavallino “che festeggia ogni Ferragosto picchiando qualcuno” e sul servizio di sicurezza per come si è comportato quella notte del 14 agosto, lasciando andar via il picchiatore e non prestando i soccorsi a Bariletti. Il danno complessivo, dopo la chiusura, è di oltre 300 mila euro.


«Vorrei innanzitutto sottolineare che io non ho una discoteca, ma un’azienda del divertimento con circa 70 dipendenti», ha premesso, «tutti naturalmente in regola. Un’impresa che è messa a dura prova dalla decisione del questore che sinceramente fatico a comprendere. Noi proprietari possiamo decidere molte cose del nostro locale: il tipo di musica da programmare o quali bibite servire, ma non possiamo intervenire nella questione sicurezza che viene demandata alla società con il patentino prefettizio, come da protocollo regolamentato nello scorso aprile tra noi imprese del divertimento e la Prefettura di Venezia. La nostra agenzia è la Top Secret e gestisce eventi importanti come Miss Italia o la Biennale di Venezia, il Festival del cinema di Venezia e il circuito di Misano. Come ogni sera, anche nella notte del 14 agosto vi erano ben 14 addetti alla sicurezza. E vi assicuro, confortato anche dall’ausilio delle telecamere di sicurezza, nessun atto dovuto è mancato da parte del Vanilla».


Pareschi ribadisce che tutto è avvenuto alla presenza della polizia. «Quella sera mio figlio Richard, che gestisce il Vanilla, mi ha chiamato perché si è accorto che nel locale vi erano circa una ventina di ragazzi di etnia rom molto attivi e per evitare che nascessero spiacevoli situazioni, abbiamo subito allertato il 113 che ha inviato due volanti. L’aggressione è quindi avvenuta mentre tutti noi, polizia inclusa, eravamo nel locale. Quando io e mio figlio abbiamo accompagnato gli agenti all’uscita siamo venuti a sapere da un cameriere dell’incidente avvenuto nel frattempo. Ed è proprio in quel momento che vi è stata una mancanza della sicurezza. Non hanno chiamato subito né l’ambulanza né la polizia che sarebbe intervenuta immediatamente».


Ieri anche i presidenti di Aja e Confcommercio, Alessandro Rizzante e Angelo Faloppa, poi del Silb, Giancarlo Vianello, hanno solidarizzato con Pareschi. Lo stesso Vianello ha precisato che le colpe vanno ascritte alla sicurezza del locale e non a Pareschi. «Io ora rimango chiuso», conclude Pareschi, «inceramente non so se riaprirò. Non posso andare avanti in questo modo. Ritengo ci sia stato un processo sommario al sottoscritto senza nemmeno la possibilità di potermi difendere. Nessuno è venuto a chiedermi cosa fosse successo. Il questore, incalzato dai media, ha dovuto consegnare un capro espiatorio. Noi faremo ricorso e siamo certi che vinceremo al Tar, portando avanti anche una causa all’agenzia e tutto quello che c’è da fare. Però rimane il danno economico pari a circa 300 mila euro oltre i costi che continuiamo a sostenere».


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