Sicurezza nei bus, un pulsante per segnalare situazioni di rischio

Firmato un protocollo per la sicurezza nel trasporto pubblico a Venezia. Tra le novità, cabine protette per gli operatori, videosorveglianza, Daspo urbano e pulsante di allarme sui mezzi

Marta Artico
Un autobus distrutto
Un autobus distrutto

Posto guida isolato per proteggersi da sbandati e violenti, e pulsante di pericolo sui mezzi: tram, bus, vaporetti. Forze dell’ordine in campo, guardie giurate in capo alla aziende, più videosorveglianza e Daspo urbano per le condotte violente.

Ma soprattutto un «monitoraggio di aree e orari più a rischio, per valutare lo stato della sicurezza del trasporto pubblico locale e intervenire con presidi specifici, aggiornamento della normativa con l’introduzione di misure per contrastare il fenomeno delle aggressioni, progressiva adozione di dispositivi tecnologici».

Il fenomeno delle aggressioni 

Sono alcune delle azioni previste dal protocollo per la promozione della sicurezza del trasporto pubblico locale siglato ieri mattina nella sede della Prefettura. A sottoscriverlo il prefetto Darco Pellos, il sindaco Luigi Brugnaro, i rappresentanti delle aziende di trasporto pubblico, Massimo Diana (Avm), Sergio Scaggiante (Atvo), Simone Buoso (Arriva Veneto Spa), Fabio Sacco – (Alilaguna) da una parte. Dall’altra i rappresentanti sindacali di tutte le sigle: Filt Cgil, Fit Cisl, Fit Cisl Atvo, Uil Venetoe Trasporti, Usb e Sgb, Ugl Fna, Faisa Cisal.

La prefettura si impegna a individuare le criticità, disponendo l’attuazione di servizi di prevenzione, controllo e contrasto dei fenomeni illegali, con il coinvolgimento di forze di polizia e dell’ordine.

Attivare tavoli con le aziende e mettere in moto un flusso di informazioni per tenere sotto controllo il fenomeno.

Dal proprio canto, città metropolitana e comune avranno il compito di ideare campagne di comunicazione indirizzate agli utenti per instaurare un rapporto di collaborazione con gli operatori.

E ancora avviare un confronto tra le istituzioni e gli organi di polizia per individuare orari che necessitino di attenzione da parte delle forze di polizia, proponendo l’utilizzo di dispositivi tecnologici e soluzioni tecniche per aumentare la sicurezza nelle stazioni, nei capolinea e sui mezzi. Sul tappeto l’aggiornamento della normativa in materia di sicurezza e regolarità dei servizi di trasporto.

Le novità 

Tra le novità, si sta valutando l’estensione del Daspo urbano a chi ha manifestato condotte aggressive nei confronti del personale, che sarà formato mediante strumenti utili alla prevenzione delle situazioni di criticità e supporto del personale vittima di aggressione.

Le società di trasporto pubblico si dovranno impegnare a concretizzare interventi tecnici per isolare il posto di guida degli operatori con cabine protette, estendere i sistemi di videosorveglianza a bordo e adottare interventi mirati alla richiesta di aiuto, attraverso un tasto di segnalazione immediata di pericolo. Sarà incrementato il personale di vigilanza su tratte e orari a rischio.

Infine verrà attivata l’assistenza legale e la costituzione di parte civile dell’azienda nei confronti dei responsabili di aggressioni. Sempre le aziende dovranno istituire programmi di protezione attraverso la presenza di guardie giurate. Soddisfatti, per primi, prefetto e sindaco. E soddisfatti i sindacati. Ora si passa alla fase pratica.

«Questa è la prima fase del percorso» spiega Alessio Bianchini, segretario generale Filt Cgil «e noi siamo in linea con i principi, «successivamente si dovrà discutere della messa in pratica azienda per azienda, ade esempio la bodycam è una questione aperta, servono ulteriori accordi specifici, come per l’utilizzo della stessa videosorveglianza, che va declinato a livello aziendale».

Isolamento cabine? «Sui bus è più semplice, ma si ragiona su terra e acqua e c’è la partita dei vaporetti. Bisogna capire la fattibilità declinandola nelle situazioni con le quali ci si confronta. Il bottone, poi, andrà esteso anche a chi lavora nelle biglietterie e front-line».

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