Si vota la fiducia al governo Letta con Alfano e Zanonato
ROMA. Il giorno del giuramento, che si trasforma da festa in incubo per la drammatica sparatoria davanti a palazzo Chigi, si chiude con un segnale incoraggiante sul fronte politico per Enrico Letta, che oggi alle 15 terrà il suo discorso programmatico alla Camera sul quale chiederà la fiducia. Un discorso che sarà centrato su un appello alla «responsabilità» delle opposizioni rispetto alle quali Letta garantirà una «volontà di ascolto». Ma non solo. Verrà sottolineata la necessità di superare la «demonizzazione» dell’accordo tra i partiti che tutti chiamano «inciucio», si parlerà delle riforme istituzionali che possono esser fatte «in pochi mesi» e di misure per la crescita attraverso un «alleggerimento delle imposte su lavoro e imprese, attraverso tagli selettivi della spesa pubblica».
Il sì di Pd, Pdl e Scelta Civica è scontato ma Silvio Berlusconi alza il prezzo e chiede al premier precise garanzie sul varo della Convenzione per le riforme, con l’obiettivo di incassare il presidenzialismo, sull’accettazione del programma economico del Pdl, a cominciare da un fisco “leggero” e, soprattutto, sull’abolizione dell’Imu sulla prima casa e la restituzione delle somme versate nel 2012. Un po’ troppo? La richiesta viene formalizzata da Renato Brunetta con un’intervista a Repubblica. «O ci sarà questo preciso impegno da parte del presidente del consiglio, o non voteremo la fiducia» avverte il “falco” del Pdl. Il messaggio non è da sottovalutare perché adesso c’è una parte importante del Pdl che non condivide l’appoggio al governo e ne prevede una fine rapida. Ma Berlusconi, che ieri ha tenuto un vertice a palazzo Grazioli con i neo ministri, ha spiegato che questo non è il momento giusto per tirare la corda. Certo, tutto dipende da quel che oggi dirà Letta. Il rischio di un’imboscata non viene solo dal partito del Cavaliere ma anche da una parte del Pd, che chiede riform mai realizzate e misure in grado di garantire nuova occupazione. Rosy Bindi ha fatto sapere che voterà la fiducia pur mantenendo «tutte le riserve» sulle larghe intese mentre i gruppi del Pd di Camera e Senato si riuniranno questa mattina per discutere la linea in vista del voto.
Il sì dei dissidenti del Pd. Nell’attesa di sentire cosa dirà il premier, che ieri pomeriggio e rimasto a palazzo Chigi insieme al ministro dell’Economia per limare il testo del discorso, i dissidenti del Pd siglano una tregua armata. «Accordiamo la fiducia a questo governo assumendoci le nostre responsabilità di eletti». Il documento è firmato dai deputati che in direzione avevano espresso perplessità su un governo con il Pdl: Laura Puppato, Sandra Zampa, Sandro Gozi e Pippo Civati. Ma proprio quest’ultimo conferma tutti i dubbbi fa sapere di non aver firmato nessun documento: «Le mie perplessità sul governo Letta rimangono e prenderò una decisione sulla fiducia solo dopo averne discusso con il resto dei colleghi del Pd» .
Galan: "Voterò la fiducia al governo". «Voterò la fiducia al ministro Flavio Zanonato? È una domanda che mi pongono in rete da ieri sera, anche in modi molto divertenti. Certo, perché la voterò al Governo Letta». Così l’onorevole Giancarlo Galan, da sempre acerrimo «avversario» politico del sindaco di Padova, nuovo ministro dello Sviluppo. Agli annali è passato uno scontro infuocato alla cerimonia di inaugurazione della torre della Città della Speranza: un botta e risposta da manuale dello scontro politico, Ora sono costretti a fare la pace, a mettere in archivio le antiche rivalità. Galan, ex governatore, ex ministro della Cultura, non cambia idea: «Il mio giudizio sull’amministratore della cosa pubblica e sulla persona non può cambiare per una nomina. Ma sono pronto a collaborare nel modo più costruttivo possibile nel bene del Paese e dei cittadini, come si richiede a chiunque abbia a cuore il proprio mandato, parlamentare, governativo, istituzionale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia