Si uccide impiccandosi a sedici anni
di Davide Massaro
STRA
Si toglie la vita a soli sedici anni impiccandosi all’albero di fronte a casa. Il povero ragazzo, che chiameremo A., non ha lasciato alcun biglietto per spiegare le ragioni del terribile gesto. Lo ha trovato seminudo, alle 5 di ieri, il fratello quando il ragazzo era oramai privo di vita. Si è impiccato sul grande noce nel giardino della villetta dove abita la sua famiglia, con il guinzaglio del cane che ogni sera accompagnava fuori.
Un gesto inspiegabile per i familiari che negli ultimi giorni non avevano notato nulla che facesse presagire al tragico evento e, soprattutto, non avevano visto il dramma che A. stava vivendo. Qualcosa, invece, dentro di lui a un certo punto si è spezzato e alla sua età come ultimo gesto possibile ha visto solo che la morte. Sabato sera, A. ha accompagnato fuori il cane come faceva di solito per poi uscire con gli amici. «Una serata normale», raccontano i compagni, «una birra, due chiacchiere e tante risate».
Invece A. all’interno del suo animo covava qualcosa di amaro e terribile. E’ tornato a casa poco dopo mezzanotte e si è recato nella camera che condivideva con il fratello , fuori anche lui con gli amici. L’altro fratello, dormiva nella sua stanza.
Si è spogliato. Forse ha atteso che tutta la casa fosse nel silenzio più completo, che i genitori M. ed E. dormissero. A quel punto, a torso nudo, è uscito con il guinzaglio del suo cane e lo ha assicurato a un ramo dell’albero. Quello grande. Quello dove da piccolo giocava. Ha infilato la testa nel cappio. E si è lasciato andare. Per sempre.
Un gesto incomprensibile per l’intera comunità di Stra. Una famiglia «tranquilla e per bene», la definiscono alcuni vicini, «che non aveva problemi economici».
Ma evidentemente qualcosa nel giovane studente del liceo scientifico Galileo Galilei di Dolo non andava. Nessuno però ha intuito il dramma che il ragazzo stava vivendo e nessuno è riuscito ad aiutarlo a superare forse un momento negativo della sua vita. I carabinieri di Stra che hanno compiuto un sopralluogo nella casa dove è avvenuto il suicidio del giovane non hanno trovato nulla che possa far luce senza incertezze sui motivi della disperata decisione. La morte di A. ha gettato nella più assoluta disperazione tutta la sua famiglia che a Stra è molto stimata e conosciuta. La villetta fa parte di un piccolo insieme di ville dove sono raggruppati tutti i fratelli e le famiglie della madre. Una bella casa con un ampio giardino ingentilito dalla presenza di tanti alberi ben curati. Invece proprio li, nel giardino della villetta, lo ha ritrovato non vedendolo nel letto, il fratello, anche lui di ritorno da una serata in compagnia con gli amici, seminascosto tra i rami dell’albero. I familiari stessi descrivono A. come un ragazzo “normale” e nessuno negli ultimi tempi aveva notato in lui segni di particolare disagio. Ma nel suo cuore c’era un peso enorme, che non trovava soluzione. Se non quella, terribile e senza ritorno, di farla finita. Per sempre.
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