Si torna in classe tra le carenze dei supplenti e i presidi reggenti
VENEZIA. È corsa contro il tempo per arrivare alla prima campanella con tutti gli insegnanti nominati. Nel Veneziano si torna in classe domani (salvo qualche istituto che ha già iniziato, così da poter godere di qualche giorno di vacanza in più durante l’anno) e secondo le stime della Cisl manca circa il 30% dei supplenti (compreso il sostegno, che rappresenta la quota maggiore).
Posti, questi, che dovranno essere coperti con le chiamate fatte direttamente dai dirigenti scolastici attingendo alle graduatorie d’istituto. E poi ci sono i presidi a scavalco tra due scuole, in alcuni casi anche molto distanti tra loro, i posti vacanti tra il personale Ata, le nomine dei Dsga non ancora completate. I sindacati sono in allarme: «Iniziamo l’anno nell’emergenza».
I numeri
Sono 98.627 gli studenti veneziani di ogni ordine e grado che in queste ore stanno preparando zaini e libri. Di questi, il 2,76% sono alunni con disabilità. In provincia, la popolazione scolastica è in calo: a settembre 2017 gli studenti erano 99.737. Dato, questo, confermato anche a livello veneto dove solo quest’anno si sono persi 6.616 iscritti rispetto all’anno scorso.
Il nodo supplenze
Le nomine in ruolo e quelle per le supplenze annuali, salvo alcuni strascichi, sono state completate e non hanno portato alla copertura totale dei posti, nella maggior parte dei casi perché le graduatorie sono esaurite. Ora la patata bollente passa ai dirigenti scolastici, a cui l’ufficio scolastico provinciale ha restituito i posti che dovranno essere coperti con supplenti. Si procederà dunque a chiamata diretta dei docenti. Matematica, italiano e lingue straniere le classi di concorso più scoperte tra superiori e medie. Sempre alle medie sono carenti pure i docenti di tecnologia. Va un po’ meglio per la scuola dell’infanzia e la primaria. «È una inefficienza strutturale, la responsabilità è del Ministero che a monte non copre tutti i posti con i ruoli ma solo una parte», chiarisce Giovanni Giordano dello Snals, «Prendiamo il caso delle superiori: 300 posti scoperti, ne sono stati messi in ruolo solo la metà».
Il sostegno
La situazione è drammatica. In Veneto i posti per il sostegno sono stati coperti solo per il 7% e nel Veneziano il quadro, spiegano i sindacati, è speculare. «Solo la minima parte dei posti è coperta da personale specializzato, che ha titolo e competenze per affrontare le necessità di questi alunni», spiega Sandra Biolo della Cisl, «L’università non sforna insegnanti di sostegno, il Ministero non autorizza corsi. Siamo ridotti con personale precario che, a parte la buona volontà, non ha altro da mettere in campo».
Presidi, Dsga e Ata
Su 98 scuole nel Veneziano, il 50% ha un preside reggente, ovvero a scavalco con un’altra scuola. Senza contare che ci sono istituti comprensivi con svariati plessi (ad esempio i due comprensivi di Mira si spartiscono 20 plessi) ed altri che hanno una popolazione scolastica che arriva a 1.500 alunni. Posti vacanti anche tra i direttori amministrativi, i cosiddetti Dsga, figure apicali che in ogni istituto si occupano dell’organizzazione del personale Ata e del bilancio e senza le quali la scuola non può funzionare. Su 98 scuole, i posti vuoti come Dsga erano 38. Non ci sono graduatorie, l’ultimo concorso è di inizio anni Novanta e ora per trovare sostituti è stata chiesta la disponibilità agli assistenti amministrativi, gravandoli di questa ulteriore responsabilità. Così sono state coperte 32 scuole, ma ne mancano altre 6. È stato chiesto anche ai precari di assumere questo ruolo. Carenze registrate anche tra il personale Ata, con il risultato che ci sono plessi con un solo collaboratore scolastico. Se questo si ammala, l’apertura e la chiusura sono a rischio.
I sindacati
«Ogni anno iniziamo nell’emergenza, le corse estive da parte dell’ufficio scolastico sono ormai una prassi», sottolinea la sindacalista Biolo, «I tempi della politica e del Ministero non sono purtroppo i tempi della scuola». «Invochiamo le stabilizzazioni sui posti vacanti e disponibili», aggiunge Giordano, «L’organizzazione del servizio scolastico influisce sulla didattica». —
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