Si schianta sull'albero, muore a 9 anni
Dopo una gara Andrea Rossato torna sugli sci e finisce fuori pista
Un’immagine di Andrea Rossato durante una gara in Val di Zoldo
CORTINA.
Era arrivato quarto in una gara di beneficenza. A 20 centesimi dal podio, un battito di ciglia. E mezz'ora dopo la premiazione la vita che va via, contro un albero. Aveva 9 anni, Andrea Rossato, mestrino. È morto schiantandosi su un albero a lato della pista Canalino. La prima grossa pianta Andrea l'aveva evitata, la seconda l'ha fatto avvitare su se stesso, la terza è stata un muro.
Pista Canalino, l'incidente mortale, su un raccordo a 150 metri dal Pian delle Marmotte, più in basso. Il bambino, che si trovava da solo, deve aver preso velocità e non è più riuscito a controllare gli sci. È uscito di pista ed è finito contro un albero in mezzo al bosco: sulla neve la polizia non ha trovato traccia d'uscita. I bastoncini poi, coi guanti attaccati, sono stati trovati a bordo pista, gli sci Andrea non li aveva più ai piedi (uno a tre metri da lui, il secondo da tutt'altra parte). Il casco ancora in testa. E il pettorale. Andrea Rossato, «cucciolo» dello Sci club Nottoli di Vittorio Veneto, abitava in via Foscolo 1 a Mestre. Era nato a Portogruaro. Ieri pomeriggio stava facendo una sciata di divertimento, dopo la gara a scopo benefico «Sguli sci per la ricerca» sulla pista Rumerlo (quella della Coppa del mondo). Di lì a neanche un'ora si sarebbe consumata la tragedia. Dopo la premiazione, secondo le ricostruzioni effettuate dalla polizia del commissariato di Cortina in servizio piste sulle Tofane, due adulti, conoscenti dei genitori di Andrea, hanno riportato sulle piste un gruppetto di quattro o cinque bambini. Tra questi Andrea, pare suo fratello e i figli degli amici di famiglia: due adulti e cinque piccoli. La seggiovia Tofana Express ha portato tutti in cima, poi il gruppo si è diviso con i due adulti ed è iniziata la discesa seguendo tracciati diversi: normale tra sciatori, anche di 10 anni. Si erano dati appuntamento a Piè Tofana, ma Andrea non arrivava più. I due adulti hanno pensato che avesse preso la pista che portava a Rumerlo, quella del traguardo, ma questa volta Andrea al traguardo non arriverà. Erano più o meno le 14.30 di ieri quando sono iniziate le ricerche del piccolo sciatore: l'allarme alla società di impianti e alla polizia in servizio piste del commissariato l'hanno dato genitori e amici che non lo avevano più visto. Un'ora e mezzo circa di ricerche, mobilitato anche il Soccorso alpino: Andrea era sparito nel vuoto. Lo troveranno verso le 16. Il presidente della società Luigi Pompanin, con la motoslitta, ha visto due scarponi che spuntavano in mezzo agli alberi: il corpo di Andrea era in una di quelle buche che la neve forma sotto le piante. Per il ragazzo non c'era nulla da fare. Lunghe le ricostruzioni di un'ipotetica dinamica, ma molto difficili per la polizia: non ci sono testimoni di quanto accaduto. Non ci sono tracce di sci nel punto di uscita, dunque Andrea dev'essere «volato». Forse l'impatto contro l'albero ha provocato un'emorragia interna o lesioni alla cervicale. Il medico del 118 non ha potuto che constatarne il decesso. La polizia, sul toboga, avuto il nulla osta per la rimozione dal pm Massimo De Bortoli, ha riportato il corpo a valle. È già a disposizione dei familiari: la procura ha rilasciato il nulla osta. Sul posto i genitori di Andrea, Giacomo Rossato e Alessandra Gherarduz, in vacanza a Cortina avendo casa a San Vito.
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