Si schianta in bici su un furgone e muore
Sottomarima. Elio Padoan, 67 anni, era un podista e ciclista. L’incidente ieri verso mezzogiorno in viale Mediterraneo
SOTTOMARINA. Doveva incontrarsi con gli amici al bar, per uno spritz prima di pranzo, ma un attimo di distrazione gli è stato fatale. Elio Padoan, 67 anni, appassionato di ciclismo e podismo, sport che praticava da sempre, è morto, ieri mattina, in sella alla sua bici da corsa, forse senza neppure rendersi conto di quello che stava accadendo. Era poco prima di mezzogiorno e lui stava percorrendo viale Mediterraneo, diretto verso il Lungomare, quando il furgone di un corriere espresso lo ha sorpassato. Poi il veicolo ha messo la freccia a destra, per accostare al marciapiede ma Elio non l’ha vista e, alla velocità che gli consentiva l’allenamento dei suoi polpacci, ha investito il furgone da dietro. Un tipo di incidente che, in molti casi, si risolve con qualche escoriazione o, al peggio, con la rottura di un arto. Ma in questo frangente la malasorte ci ha messo lo zampino e il pensionato ha perso la vita, probabilmente, stando ai primi accertamenti, per una frattura delle vertebre cervicali.
Inutili i tentativi di rianimazione messi in atto dal personale del Suem, giunto rapidamente sul posto. Ai carabinieri è toccato il compito di eseguire e rilievi e condurre gli accertamenti di rito.
Elio Padoan era molto conosciuto nell’ambiente sportivo amatoriale cittadino. Come podista faceva parte dell’associazione Cavalli Marini e non mancava mai un appuntamento con le corse che si facevano in città e nei dintorni. Ma, soprattutto, era l’unico praticante chioggiotto della retro running, ovvero la corsa all’indietro, una disciplina sportiva diffusa in Giappone e negli Stati Uniti, ma poco conosciuta in Italia. Per questa sua particolarità «gli dicevamo, scherzando, che era matto» racconta l’amico Mauro Boscolo Bisto, anche lui appassionato di corsa, che con Elio si incontrava spesso nelle manifestazioni sportive amatoriali. «Era un atleta appassionato e generoso», continua l’amico, «ai più giovani dispensava a piene mani i consigli e i suggerimenti che derivavano dalla sua lunga esperienza sportiva. Anche per questo suo carattere gli volevamo tutti un gran bene».
L’altra grande passione di Elio Padoan era correre in bicicletta e ieri mattina, come faceva spesso, era uscito con un gruppo di amici per fare una pedalata. Poi si erano momentaneamente separati e si erano dati appuntamento al loro solito bar. Era là che Elio si stava dirigendo quando ha avuto l’incidente, mentre gli amici lo aspettavano e, non vedendolo arrivare, a un certo punto, erano tornati verso casa. E lungo la strada, uno di loro, l’ha visto, coperto da un lenzuolo, riconoscendo la sua bicicletta, accartocciata, a lato della strada e il suo caschetto da ciclista, pochi metri più in là. Elio, nei momenti in cui non faceva sport, si dedicava anche al sociale, come volontario della Croce Rossa, una scelta perfettamente in linea con il suo carattere altruista.
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