«Si riesce ancora a limare?». Le prove della corruzione negli sms
VENEZIA. L’appuntamento per la consegna della tangente è davanti al Mediaworld alla Nave de Vero, a Marghera. È il 1° settembre 2016. Poche ore prima il legale rappresentante di “L’Acquachiara srl” aveva firmato il verbale di risposta a invito dell’Agenzia delle Entrate. Un verbale su cui, secondo le indagini, era intervenuto in modo importante Francesco Cotticelli su richiesta del commercialista Augusto Sartore. Ed è per questo che davanti al negozio, Sartore consegna al funzionario 5.000 euro.
Un “regalo”. Così aveva detto il commercialista in sede di interrogatorio dopo l’arresto di giugno 2017, «Mi sentivo quasi in debito con lui per tutta una serie di consigli, di cose che nel tempo mi aveva sempre dato», sostenendo che Cotticelli mai nulla avesse chiesto. Ma nelle 61 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, il gip Scaramuzza scrive che «Non si può ritenere che Cotticelli si sia prestato a tale intensa attività di asservimento della sua pubblica funzione all’interesse privato senza nulla chiedere in cambio». A dicembre 2016 Sartore chiede via WhatsApp al titolare de “L’Acquachiara srl” la restituzione dell’anticipo della dazione corruttiva. «Riesci in mattinata a procurarmi 1/2.000 di quei 5?» chiede il commercialista. E il titolare: «Sì... X un totale di 3 a chiusura». La confessione di Borrelli. Pochi giorni dopo l’arresto nella retata dell’inchiesta “Fisco e tangenti” lo scorso giugno, Elio Borrelli, dirigente del Centro operativo di Venezia delle Entrate e collega di Cotticelli, vuota il sacco con il pm Stefano Ancilotto. Racconta di un accordo corruttivo tra lui, Sartore e Massimo Esposito, direttore provinciale delle Entrate di Venezia, anch’egli arrestato, per dividere la somma promessa per l’aggiustamento della pratica “L’Acquachiara srl”. Racconta Borrelli al pm che poi Sartore si era rifiutato di pagarlo dicendogli: «Guarda che col cavolo io ti do quei soldi per Esposito, l’ho già chiusa (la pratica, ndr) con tuo cugino». È Cotticelli.
Il pollicione. «Per Alles Fisch in sede di ravvedimento calcolo sanzione 60% per infedele dichiarazione e basta, ridotta a 1/5 oltre interessi. Giusto?». Così Cotticelli si accorda con Sartore via WhatsApp sulla conclusione della verifica sulla società “Alles Fisch srl”. E il commercialista risponde con l’emoticon del pollicione in segno di approvazione. Qualche settimana prima Sartore aveva chiesto di ridurre l’importo in contestazione. «Riesci a ridurre a 20/25 (mila euro, ndr)?». «Già fatto». E poco dopo Cotticelli parla di «un rimborso». Per questo suo interessamento, Sartore “regala” 8.000 euro al funzionario, consegnati la mattina della vigilia di Natale 2016 in un distributore di Marghera, come confessato dallo stesso Sartore.
Mail e messaggini. Nell’iPad e nel pc sequestrati a Sartore durante la perquisizione il giorno dell’arresto vengono trovate molte mail tra il professionista e il funzionario, che usa però indirizzi privati e non di lavoro, «a dimostrazione dell’asservimento della pubblica funzione». Nell’iPhone, 652 messaggini WhatsApp in quasi due anni tra i due. È via sms che i due si accordano.
«Limare». «Si riesce ancora a limare qualcosa? Fai il meglio che puoi», scrive Sartore al funzionario sulla pratica “L’Acquachiara srl”. E arriva la proposta: «Il mio è 137.000 circa. L’alternativa 211.000. Ovviamente in adesione, con sanzioni a un terzo». A luglio 2016 Cotticelli va in ferie ad Ischia. «Quando riapriamo le danze?», chiede Sartore. «Prestissimo. Siamo già in ballo». Il commercialista chiede informazioni al funzionario su due suoi colleghi dell’Agenzia: «Sono dei rompi co...?».
«Addomesticalo». Sulla pratica seguita da Sartore per la società “Acquamarina», seguita da un altro funzionario delle Entrate, emergono delle criticità. «Riesci a stargli sotto?», chiede il commercialista a Cotticelli che risponde «Gli ho parlato, brutte notizie mi pare». E Sartore: «Addomesticalo». Cotticelli si dimostra disponibile a farsi assegnare la pratica: «Non riesci ad acquisirla tu?», lo prega Sartore. «Se è già stata assegnata non posso, altrimenti ci provo».
«Lotteria 1 dicembre». Così viene chiamato l’accertamento teoricamente segreto alla “Alles Fisch srl” iniziato proprio il 1° dicembre. «Hai visto anche le dichiarazioni export?», domanda Sartore. «Inguardabili.... poi vediamo come sistemare». Annota il gip che, nonostante queste parole, «In sede di verifica nulla è stato contestato in ordine alle dichiarazioni export».
Rischio di reiterazione. Per il gip, il pericolo è «presente, concreto, intenso e attuale» tenuto conto del «sistematico mercimonio da parte dell’indagato della sua pubblica funzione mediante il mercanteggiamento delle pratiche con il professionista rappresentante di privati interessi» e del fatto che «Cotticelli abbia preteso cifre sostanzialmente basse, indice dell’intento di porsi in concorrenza con altri funzionari». Per lui i pm avevano chiesto il carcere. Ma il gip ha deciso per i domiciliari, tenuto conto delle precedenti decisioni sul caso “Fisco e tangenti” «per posizioni ancora più apicali e per corruzioni certamente più gravi come importo».
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