Si prendono i beni della “nonna” tre parenti rinviate a giudizio
VENEZIA. Una brutta storia se alla fine tutte le accuse verranno provate, per ora il pubblico ministero Paola Tonini ha chiesto il rinvio a giudizio per circonvenzione di incapace di tre indagate, tutte lontane parenti della donna anziana che sarebbe stata circuita. Ieri, il giudice veneziano Antonio Liguori ha fissato una nuova udienza per permettere ai difensori nominati soltanto alcuni giorni fa di esaminare la documentazione.
Per ora, l’unica certezza è che A.V., 90 anni, ospitata nella casa di riposo di San Lorenzo, si è trovata con i conti in banca spolpati e la casa di Dorsoduro che possedeva venduta. Durante le indagini, tra l’altro, erano sorti anche dubbi sul comportamento del notaio che aveva stipulato la compravendita dell’immobile e anche del funzionario di banca che aveva in qualche modo favorito il passaggio del denaro.
A finire nei guai la parente, la veneziana Francesca Crivellari, nominata dal giudice tutelare amministratore di sostegno dell’anziana signora, con lei sono rimaste coinvolte nell’inchiesta altre due veneziane con legami di parentela, M.R. e G.Z.. La rappresentante della Procura ha chiesto il processo per le tre donne per concorso in circonvenzione di incapace. Stando alle accuse, la Crivellari con l’aiuto delle altre due avrebbe fatto sparire dal conto corrente bancario poco più di 40 mila euro, i soldi che venivano versati alla donna in qualità di pensione. Inoltre, sarebbe passata di mano anche la casa dell’anziana, poi venduta per 150 mila euro e anche questi soldi sarebbero finiti nelle mani dell’amministratore di sostegno. Per far in modo che cifre considerevoli finissero tutte nel suo conto corrente, la donna avrebbe chiesto aiuto alle due parenti, che, secondo le accuse, avrebbero messo a disposizione i loro per «parcheggiare» il danaro della vendita dell’immobile a Dorsoduro.
I difensori delle tre indagate respingono le accuse, sostenedo prima di tutto che l’anziana signora è capace di intendere e volere e, a dirlo, sarebbe stato il medico della casa di riposo dove è ospitata. Francesca Crivellari afferma che tutte le operazioni effettuate, dalla cointestazione del conto corrente in banca alla vendita della casa di Dorsoduro sono state eseguite con il pieno consenso della novantenne, che sarebbe grata alla parente e che continua ad affermare che le avrebbe salvato la vita, soccorrendola quando si trovava in grave difficoltà, sola nella casa dove abitava. Quando le parti compariranno in udienza, toccherà poi al giudice stabilire se indizi e prove siano sufficienti a spedire sotto processo le tre indagate, i cui difensori non sembrano intenzionati a chiedere tiri alternativi, ma paiono disposti - in caso di rinvio a giudizio - ad affrontare il processo in aula.
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